Broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) – Trial con beta-bloccanti delude nei pazienti non affetti da comorbilità cardiovascolare
“Il trattamento con metoprololo non è in grado di aumentare il tempo alla prima riacutizzazione dei Bpco e, anzi, si associa ad un tasso maggiore di ricoveri ospedalieri in quei pazienti che sono affetti dalla patologia polmonare ma privi di indicazione all’impiego di beta bloccanti. Questo il responso di BLOCK COPD, un trial di recente pubblicazione su NEJM, che getta acqua sul fuoco sugli entusiasmi derivati da studi osservazionali che suggerivano un possibile beneficio dei BB nella BPCO, sconsigliandone l’impiego in quelli non affetti da comorbilità CV
Lo studio è stato precocemente interrotto lo scorso mese di marzo, in ragione del mancato soddisfacimento dell’endpoint primario e per motivi di safety del trattamento.
Bpco e beta-bloccanti: le ragioni alla base di una rivalutazione del loro impiego in pazienti con malattia polmonare
La comorbilità CV rappresenta, come è noto, un’evenienza di frequente riscontro nei pazienti affetti da Bpco, in quanto condivide con la malattia polmonare succitata il principale fattore di rischio, rappresentato dal fumo di sigaretta, nonché la predisposizione genetica, l’infiammazione sistemica e l’invecchiamento (2).
I pazienti affetti da Bpco presentano un rischio quasi quintuplicato di andare incontro ad eventi CV rispetto alla popolazione generale; inoltre è noto che le malattie CV aumentano il rischio di riacutizzazioni di malattia polmonare.
I BB sono notoriamente efficaci nel ridurre la mortalità nei pazienti con malattia CV conclamata; l’ipotesi, invece, di un loro impiego in pazienti con Bpco senza malattia CV è stata oggetto di molte speculazioni.
Alcuni risultati provenienti da studi osservazionali, infatti, hanno suggerito che i BB sono in grado di ridurre la mortalità da un lato e gli eventi respiratori dall’altro in questo sottogruppo di pazienti con Bpco.
L’assenza di trial clinici randomizzati, in grado di dare evidenze di maggiore spessore sulle associazioni sopra indicate, ha sollecitato, pertanto, la messa a punto di un trial clinico ad hoc, noto come “BLOCK COPD” (Beta-Blockers for the Prevention of Acute Exacerbations of Chronic Obstructive Pulmonary Disease) che si è proposto di valutare, rispetto al placebo, l’effetto di metoprololo sul rischio di riacutizzazioni di Bpco in pazienti a rischio elevato di tali eventi. In particolare, si è voluta verificare la fondatezza dell’ipotesi secondo la quale metoprololo potesse essere in grado di ridurre il rischio di riacutizzazioni di Bpco in questi pazienti, senza compromettere on influenzare negativamente la funzione polmonare, in termini di performance al test della deambulazione 6MWD, della presenza di dispnea e della qualità della vita.
Metoprololo non ha migliorato l’endpoint primario del tempo alla prima riacutizzazione di Bpco
Lo studio ha incluso 532 pazienti che avevano sperimentato riacutizzazioni di Bpco nel corso dell’anno precedente al reclutamento nel trial. Era motivo di esclusione dallo studio un utilizzo pregresso di un BB o la presenza di indicazioni all’impiego del farmaco (pazienti con comorbilità CV)…”
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Fonte: “Beta-bloccanti e Bpco: trial delude nei pazienti non affetti da comorbilità cardiovascolare”, PHARMASTAR