Malattie infiammatorie gastroreumatologiche – Farmaci originatori o biosimilari?
“L’appello della Società Italiana di GastroReumatologia a Gastroenterologi e Reumatologi: “Informare il paziente sull’intercambiabilità dei farmaci originatori con farmaci biosimilari”
Roma – Tra i diversi argomenti affrontati quest’anno nell’ambito del VI Convegno Nazionale della Società Italiana di GastroReumatologia (SIGR) tenutosi dal 4 al 5 ottobre, la sessione riguardante l’esperienza dei farmaci biosimilari in Gastroenterologia e in Reumatologia assume particolare rilevanza per la attualità e la delicatezza del tema trattato.
Secondo i dati del Rapporto OSMED 2018, la spesa farmaceutica territoriale complessiva in Italia è stata pari a 20.8 mld di euro (-1% rispetto al 2017); la spesa pubblica territoriale (12,4 mld di euro) ha rappresentato il 60% della spesa e ha fatto segnare un -4%, rispetto all’anno. In questo quadro di contenimento della spesa, continua a crescere il mercato dei biosimilari. Infatti, si legge nel Rapporto, più della metà della spesa (65,9%) e i quattro quinti dei consumi di farmaci erogati dall’assistenza convenzionata (82,7%) sono stati rappresentati lo scorso anno da prodotti con brevetto già scaduto, i cosiddetti off patent, con un sensibile aumento del risparmio per il SSN.
“Si tratta di farmaci che per motivi tecnici, ad esempio l’utilizzo di linee cellulari, non sono identici al farmaco originatore, a differenza dei farmaci sintetici o equivalenti. Nondimeno, questi vengono valutati utilizzando analisi approfondite e rigorose del potenziale biosimilare rispetto all’originatore biologico per confermare la struttura, funzione ed efficacia clinica simili, nonché la sicurezza – puntualizza il presidente SIGR, prof. Bruno Laganà – La loro commercializzazione è di notevole interesse per il costo inferiore, il potenziale risparmio delle risorse sanitarie del SSN e il conseguente maggiore e più rapido accesso alle terapie per i pazienti”.
“Dal punto di vista clinico, è importante capire quando e come in un paziente con malattie croniche infiammatorie reumatiche o gastroenterologiche, si possa sospendere il farmaco biologico, sia esso originatore o biosimilare, mantenendo solo la terapia convenzionale, molto più sostenibile dal punto di vista economico – prosegue Laganà – Negli anni passati il concetto di riduzione o sospensione del farmaco biologico non era contemplato e veniva anche considerato pericoloso per una sicura ripresa dell’attività di malattia. Oggi, questo concetto è stato negli anni riveduto e corretto”.
Muove da qui l’appello a favore di un’informazione adeguata sull’intercambiabilità tra farmaci biosimilari e originatori che la SIGR porta oggi ai gastroenterologi e reumatologi, riuniti al VI Congresso nazionale di Gastroreumatologia in corso a Roma, in linea con quanto riportato in merito da AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco…”
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Fonte: “Malattie infiammatorie gastroreumatologiche: farmaci originatori o biosimilari? Chiarezza dal Congresso SIGR”, insalutenews