Diabete – Empagliflozin riduce i rischi cardiovascolari
“La riduzione del rischio di eventi cardiovascolari, compresi mortalità per cause cardiovascolari e ospedalizzazione per scompenso cardiaco, riscontrata con empagliflozin in adulti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata, è stata indipendente dal fatto che i fattori di rischio cardiovascolare fossero tenuti sotto controllo o meno. Lo conferma un’analisi post-hoc dello studio cardine EMPA-REG OUTCOME presentata al 55° Congresso dell’Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD) a Barcellona
Questa analisi post-hoc ha valutato i benefici cardiovascolari di empagliflozin – tra cui riduzione del rischio di mortalità per cause cardiovascolari e di ospedalizzazione per scompenso cardiaco – in sottogruppi di soggetti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata, sulla base dei fattori di rischio cardiovascolare, ovvero: valori di glicemia, di colesterolemia o uso di statine, valori pressori, presenza di albumina nelle urine, uso di farmaci antipertensivi o di acido acetil salicilico, tabagismo.1
Nello studio EMPA-REG OUTCOME, empagliflozin ha ridotto del 38% il rischio di mortalità per cause cardiovascolari (HR 0,62; IC al 95% 0,49-0,77), del 35% il rischio di ospedalizzazione per scompenso cardiaco (HR 0,65; IC al 95% 0,50-0,85) e del 14% il rischio per MACE a tre punti (HR 0,86; IC al 95% 0,74-0,99). Questa analisi post-hoc dimostra che tali benefici cardiovascolari sono stati indipendenti dal numero di fattori di rischio.
Lo Studio EMPA-REG OUTCOME
EMPA-REG OUTCOME è uno studio di lungo termine, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato verso placebo, condotto in 42 Paesi e che ha coinvolto oltre 7.000 soggetti con diabete di tipo 2 e malattia cardiovascolare accertata.
Lo studio ha valutato l’effetto di empagliflozin (10 mg o 25 mg una volta/die) associato a terapia standard, rispetto a placebo più terapia standard, che ha incluso farmaci ipoglicemizzanti e farmaci di protezione cardiovascolare (compresi antiipertensivi e ipolipemizzanti). L’endpoint primario è stato rappresentato dal tempo intercorso sino al verificarsi del primo fra i seguenti eventi: morte per cause cardiovascolari, infarto del miocardio non fatale o ictus non fatale…”
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Fonte: “Diabete, empagliflozin mostra benefici cardiovascolari, indipendentemente da numerosità dei fattori di rischio# EASD19”, PHARMASTAR