Vitamina D – Consensus internazionale a Gubbio che ha l’obiettivo definirne un uso appropriato
“La vitamina D, in Italia, è da tempo un “sorvegliato speciale” Nel nostro paese, infatti, le sue prescrizioni sono oggetto di una discussione articolata e spesso complicata. Se, da un lato, l’assunzione di tale vitamina in concomitanza alle terapie anti-riassorbitive risulta fondamentale per la riduzione del rischio di frattura nei pazienti osteoporotici, sempre più frequenti in una popolazione anziana come quella italiana, dall’altro, il suo utilizzo si scontra con la necessità di una valutazione in termini di costo-beneficio finalizzata a modulare la spesa sanitaria ad esso collegata
Per rispondere a queste domande, si dovrebbe trovare quindi il punto di equilibrio tra le raccomandazioni della scienza, che lavora da tempo alla definizione di linee guida univoche basate sull’evidenza e le scelte di una politica sanitaria che punta a salvaguardare la sostenibilità del SSN italiano.
E’ in questo scenario che parte oggi la 3° “International Conference on Controversies in Vitamin D”, organizzata sotto l’egida della società scientifica Gioseg, che ospiterà oltre 30 tra i massimi esperti mondiali di Vitamina D, per una tre giorni scientifica di altissimo livello.
La conferenza, farà il punto sulla diffusione della ipovitaminosi D nel mondo e adotterà come filo conduttore l’appropriatezza prescrittiva per approfondire gli aspetti farmaco-economici, quelli legati alla prescrizione nelle diverse fasi della crescita e i rapporti della Vitamina D con altre patologie come diabete di Tipo I, Malattia renale cronica e infezioni.
“La vitamina D – spiega il Prof. Andrea Giustina, Professore Ordinario di Endocrinologia all’Università San Raffaele di Milano e coordinatore scientifico della Consensus – è presente nel nostro organismo principalmente grazie al processo di sintesi cutanea che avviene esponendo la nostra pelle ai raggi del sole. Solo in piccola percentuale essa viene introdotta con l’alimentazione, contenendone i cibi quantità molto ridotte. La funzione della Vitamina D è altamente strategica perché, di fatto, regola il metabolismo delle ossa, mantenendo alta la loro mineralizzazione. Se l’Italia è il paese del sole, non è però quello della Vitamina D. Secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, l’ipovitaminosi arriva a colpire circa il 80% della popolazione. Le soluzioni per limitare questo problema sono molteplici e prevedono sia interventi farmacologi veri e propri, quali la terapia di supplementazione della Vitamina D, sia l’adozione di piccole accortezze nello stile di vita quotidiano. Per la maggioranza delle persone infatti, una dieta equilibrata e 20 minuti al giorno trascorsi all’aria aperta, con avambracci e gambe scoperti, sarebbero sufficienti a garantire il fabbisogno giornaliero di Vitamina D.”
Osteoporosi Italia: 600 mila fratture all’anno con un costo stimato per il Servizio Sanitario Nazionale di 9,4 miliardi di Euro. L’osteoporosi indebolisce la densità e la qualità del tessuto osseo, aumentando esponenzialmente al rischio di fratture coloro che ne soffrono. In Italia sono 5 milioni le persone che soffrono di osteoporosi, in maggioranza donne in post-menopausa, mentre sono circa 18 mila all’anno quelli che diventano disabili a causa di una frattura del femore. La complicanza più temibile dell’osteoporosi sono infatti le fratture, che sono soprattutto a carico di: femore, colonna vertebrale, polso e omero. I dati riportano come il 28% delle donne e il 37% degli uomini ricoverati per frattura di femore da osteoporosi muoiano entro un anno dalla frattura…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Gubbio, al via la 3a Consensus internazionale sulla vitamina D: obiettivo definirne un uso appropriato”, PHARMASTAR