Scompenso cardiaco – Dapaglaflozin anche nei non diabetici riduce ospedalizzazioni e decessi
“Dopo essere stati anticipati nella loro essenza pochi giorni fa, al congresso europeo di cardiologia (ESC) sono stati presentati i risultati completi dello studio di fase III DAPA-HF che ha mostrato come dapagliflozin, in aggiunta allo standard di cura, abbia ridotto sia l’incidenza di morte per causa cardiovascolare che il peggioramento dello scompenso cardiaco e frazione di eiezione ridotta
La notizia particolarmente interessante è che l’effetto si è manifestato sia in pazienti con diabete sia in pazienti non diabetici. Il professor John McMurray, ricercatore principale dello studio che lavora all’Università di Glasgow, ha dichiarato: “La scoperta più importante di tutte è il beneficio nei pazienti senza diabete. Questo farmaco va considerato un trattamento per l’insufficienza cardiaca e non solo un farmaco per il diabete”.
DAPA-HF è il primo studio clinico sugli esiti di scompenso cardiaco condotto con un inibitore SGLT2 per valutare il trattamento dello scompenso cardiaco in pazienti con ridotta frazione di eiezione (HFrEF), con e senza diabete di tipo 2 (DMT2). Dapagliflozin è attualmente approvato nel trattamento di pazienti affetti da diabete di tipo 2.
I risultati dettagliati dello studio hanno mostrato che dapagliflozin in aggiunta allo standard di cura ha ridotto significativamente del 26% (p<0.0001) il rischio di endpoint composito primario determinato da morte per causa cardiovascolare (CV) o peggioramento dello scompenso cardiaco (definito come ricovero ospedaliero o necessità di una visita urgente) rispetto al placebo. I risultati hanno inoltre dimostrato una riduzione in ognuno dei singoli componenti dell’endpoint composito…”
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Fonte: “Scompenso cardiaco, dapaglaflozin riduce ospedalizzazioni e decessi anche nei non diabetici. #ESC19”, PHARMASTAR