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Malattie infiammatorie croniche intestinali – L’importanza della continuità delle cure

I pazienti con malattia infiammatoria cronica intestinale sono spesso non aderenti al trattamento interrompendo la continuità delle cure. Uno studio presentato alla Digestive Disease Week di San Diego ha evidenziato che la discontinuità delle cure è associata a esiti peggiori, tra cui riacutizzazioni, aumento dell’uso dell’immunomodulatore o del biologico, ospedalizzazione e chirurgia

Lo studio presentato alla DDW2019 fa riferimento alla situazione americana. L’autore Shirley Cohen-Mekelburg, MD, dell’Università del Michigan, Ann Arbor ha precisato durante la presentazione che: “Il sistema sanitario degli Stati Uniti è caratterizzato da una sostanziale frammentazione, con pazienti che perseguono e ricevono cure da più fornitori. Questa frammentazione nella cura ha portato a duplicazione nei test, aumento dell’utilizzo e scarsi risultati della malattia cronica. Sebbene esistano interventi di coordinamento della cura, sono stati meno focalizzati su pazienti con condizioni complesse che richiedono il coordinamento con specialisti”, inclusa l’IBD.

Gli autori sottolineano che il coordinamento tra gastroenterologi, medici di base e talvolta chirurghi è importante per migliorare la gestione della malattia e l’assistenza preventiva.

I ricercatori hanno monitorato visite gastroenterologiche, a livello di cure primarie e visite ambulatoriali totali per i primi 3 anni dopo la visita iniziale per IBD. L’indice di continuità della cura di Bice-Boxerman è stato utilizzato per calcolare la continuità dell’assistenza da parte del fornitore delle cure in quel periodo di 3 anni.

Cohen-Mekelburg e colleghi hanno valutato in che modo la continuità delle cure influisce sugli esiti, compreso le riacutizzazioni in corso di trattamento con corticosteroidi, l’uso di un immunomodulatore o biologico, l’ospedalizzazione e la chirurgia, utilizzando un modello di regressione logistica multivariabile che controlla l’età e l’indice di comorbilità di Charlson.

Nello studio sono stati arruolati un totale di 46.909 veterani con IBD (93% uomini, 75% bianchi) visitati tra il 1999 e il 2015. L’età media dei pazienti era di 58,4 anni (deviazione standard, 15,8 anni) e il punteggio medio dell’indice di comorbilità di Charlson era 1,07 (deviazione standard, 1,62)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Malattie infiammatorie croniche intestinali, importanza della continuità delle cure”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/gastro/malattie-infiammatorie-croniche-intestinali-importanza-della-continuit-delle-cure-29756