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Galantamina – L’inibitore delle colinesterasi, da terapia dell’Alzheimer a trattamento della dipendenza da oppiacei

La galantamina, inibitore delle colinesterasi impiegato per la terapia di forme leggere o moderate della malattia di Alzheimer, ha mostrato di essere promettente come trattamento per la dipendenza da oppiacei, secondo una ricerca preliminare pubblicata online sull’American Journal on Addictions. In particolare, un’analisi secondaria di uno studio controllato randomizzato ha mostrato un ridotto consumo di oppiacei grazie all’impiego di questo potenziatore cognitivo

Ipotizzato un duplice meccanismo d’azione per il potenziatore cognitivo 
Si ritiene che la galantamina abbia un duplice meccanismo d’azione, aumentando i livelli di acetilcolina nel cervello e legandosi ai recettori nicotinici, che svolgono un ruolo nella dipendenza dalla nicotina e da altre sostanze.

«Siamo entusiasti di questi risultati preliminari, in quanto potrebbero portare a nuove strategie per aiutare chi soffre di disordine da uso di oppiacei. Speriamo di perseguire questo obiettivo nelle ricerche future» affermano gli autori, guidati da Kathleen Carroll, del Dipartimento di Psichiatria della Yale School of Medicine, a New Haven (Connecticut).

Le evidenze da ricerche precedenti e i risultati dell’attuale sperimentazione
Precedenti ricerche cliniche hanno mostrato riduzioni associate alla galantamina del forte consumo di alcol e sigarette. Inoltre, in studi preclinici, gli inibitori delle colinesterasi hanno ridotto l’auto-somministrazione di cocaina, oppiacei e nicotina.

Ciò ha portato gli investigatori a ipotizzare che la galantamina, o più in generale gli inibitori della colinesterasi, abbiano un effetto “anti-dipendenza” attraverso un meccanismo comune condiviso da diverse sostanze d’abuso.

Per verificare tale ipotesi, i ricercatori hanno condotto un’analisi secondaria di uno studio randomizzato, controllato con placebo, che testava l’efficacia della galantamina (8 mg al giorno a rilascio prolungato) e la terapia cognitivo comportamentale computerizzata (CBT) come trattamento per il disturbo da uso di cocaina in pazienti stabilizzati con metadone per compresenza di disturbo da uso di oppioidi (OUD).

Alla sperimentazione di 12 settimane – che includeva anche un periodo di follow-up di 6 mesi – ha partecipato un totale di 120 pazienti (età media: 38 anni; 67% uomini; 52% caucasici). I principali risultati dello studio hanno dimostrato nel tempo una significativa riduzione della frequenza di uso di cocaina con l’uso di galantamina rispetto al placebo e all’impiego della CBT rispetto al trattamento standard con solo metadone.

L’analisi secondaria ha rilevato un “effetto principale significativo” per la galantamina rispetto al placebo in termini di percentuale di campioni di urina testati negativi per gli oppiacei, sia durante il trattamento (77% vs 62%; p = 0,027) che durante i 6 mesi del periodo di follow-up (81% vs 59%, p = 0,001).

Il beneficio della galantamina sulla riduzione dell’uso di oppiacei è stato osservato nelle prime fasi del trattamento, con i pazienti trattati con placebo che hanno presentato il primo campione di urina positiva agli oppioidi molto prima dei pazienti trattati con galantamina (giorno mediano: 15 vs 53; p = 0,02)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Galantamina, dalla terapia della malattia di Alzheimer al trattamento della dipendenza da oppiacei?”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/neuro/galantamina-dalla-terapia-della-malattia-di-alzheimer-al-trattamento-della-dipendenza-da-oppiacei–29725