Terapia del dolore – Il diritto di essere curati. Legge 38/2010 ancora poco conosciuta e attuata
“Sono passati quasi 10 anni da quando è in vigore la legge che tutela il cittadino che soffre di dolore cronico. Ma purtroppo sono ancora molte le aree italiane che non la applicano. Federdolore-SICD lancia l’appello per una maggiore informazione e consapevolezza, forte anche delle prime sentenze di quanti hanno deciso di far valere un diritto comune
Roma, 16 maggio 2019 – Era il 2010 quando è stata costituita una legge che garantisce assistenza e trattamenti per i 15 milioni che soffrono di dolore cronico, attraverso la rete di centri di riferimento su tutto il territorio. Eppure più che una legge, sembra si tratti di una raccomandazione, messa in atto in maniera arbitraria. Ma c’è già qualche paziente che si sta ‘arrabbiando’, anche legalmente.
“Questa legge ha quasi 10 anni e purtroppo in molte aree italiane non è ancora applicata. Per chi non la applica non esistono sanzioni – spiega Giuliano De Carolis, Presidente Federdolore-SICD nel corso della seconda giornata del Congresso Nazionale (Roma, 15-17 maggio) – Ma molti italiani non sanno che è un loro diritto essere curati per il dolore ed è un obbligo di legge per il medico curare il dolore. Se non viene fatto si può intravedere il reato di omissione nell’applicazione dei dettami della legge. Ci sono già le prime sentenze in merito a favore dei pazienti”.
La rete prevede due tipologie di centri di riferimento per il paziente: quello chiamato hub e quello spoke. Quest’ultimo nasce per accogliere il cittadino in prima battuta, in cui viene valutato e trattato secondo le terapie farmacologiche più idonee. Qualora la complessità del caso dovesse richiedere un livello di approfondimento superiore, il paziente viene inviato al Centro Hub per un ulteriori livello di trattamento.
“Ogni cittadino ha diritto allo stesso tipo di assistenza e trattamento…”
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Fonte: “Terapia del dolore, il diritto di essere curati. Legge 38/2010 poco conosciuta e riconosciuta”, insalutenews