Bpco – Sulle esacerbazioni malattia associate ad ospedalizzazione quanto è efficace l’azitromicina?
“Il trattamento con dosi ridotte di azitromicina, durante e dopo ospedalizzazione a causa di episodi di esacerbazione da Bpco, si associa a riduzione di insuccessi terapeutici, numero ridotto di giorni di degenza ospedaliera e in Medicina d’Urgenza, nonché a riduzione della mortalità. Lo dimostrano i risultati di uno studio clinico randomizzato di recente pubblicazione su the American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine che, tuttavia, in ragione del mancato soddisfacimento dell’endpoint primario per ragioni statistiche, necessita di conferme da studi di dimensioni più appropriate
Lo studio ha esaminato l’impatto derivante dalla somministrazione del macrolide, in presenza di ospedalizzazione da esacerbazione acuta severa di Bpco fino a 3 mesi dalla dimissione ospedaliera. I risultati ottenuti, tuttavia, vanno presi con cautela, considerando il sottodimensionamento numerico nel documentare la significatività statistica dell’endpoint primario (tempo all’insuccesso terapeutico), in ragione del mancato raggiungimento del numero di pazienti reclutati previsti dal protocollo (n=500).
Di qui la necessità di confermare i risultati di efficacia e di sicurezza in studi di dimensioni più appropriate.
Razionale e disegno dello studio
“L’azitromicina previene le esacerbazioni acute di Bpco – ricordano gli autori nell’introduzione al lavoro – tuttavia, fino ad ora, non esistevano dati sulla sua efficacia nel trattamento degli episodi di esacerbazione acuta di malattia necessitanti di ospedalizzazione”.
Di qui il nuovo studio, che si è proposto di verificare se un intervento terapeutico, della durata di 3 mesi, con azitromicina a dosi ridotte potesse ridurre l’insuccesso terapeutico, quando somministrata all’ammissione in ospedale e aggiunta allo standard di cura.
Sono stati reclutati 301 pazienti ospedalizzati per esacerbazione acuta da Bpco, con una storia di tabagismo (>10 pacchetti sigarette-anni e almeno 1 esacerbazione di malattia nel corso dell’anno precedente l’inizio del trial). Questi sono stati randomizzati, secondo uno schema 1:1:
– al trattamento con azitromicina (n=147) 500 mg/die per 3 giorni, durante la degenza ospedaliera, e poi a dose dimezzata due volte la settimana fino a 3 mesi dalla dimissione ospedaliera, in aggiunta allo standard terapeutico
– al trattamento con placebo (n= 154)
Il protocollo dello studio prevedeva l’esclusione dal trial dei pazienti con controindicazioni all’impiego di macrolidi. L’endpoint primario dello studio (tempo all’insuccesso terapeutico) era definito come un endpoint composito dato dall’intensificazione del trattamento con corticosteroidi sistemici e/o antibiotici, passaggio a terapia più aggressiva o ri-ospedalizzazione per cause respiratorie o da decesso del paziente…”
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Fonte: “Bpco, quanto è efficace azitromicina su esacerbazioni malattia associate ad ospedalizzazione?”, PHARMASTAR