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Osteoporosi post-menopausale – La riduzione del rischio di frattura è funzione del T-score raggiunto dopo trattamento a lungo termine con denosumab

I risultati di uno studio recentemente pubblicato su JBMR hanno dimostrato come il trattamento a lungo termine con denosumab (10 anni) sia stato in grado di consentire ad un maggior numero di donne affette da osteoporosi post-menopausale di raggiungere un T-score al di sopra della soglia indicativa di OP, insieme ad una riduzione d’incidenza di fratture non vertebrali. Lo studio suggerisce l’impiego di una soglia specifica di T-score come target pratico da tener presente nella terapia dell’osteoporosi (OP)

nto dell’OP, da sole o in combinazione, hanno portato a miglioramenti di entità ampia e progressivamente crescenti della BMD, sollecitando nuovo interesse per questo parametro come target del trattamento dell’OP.

“Nei pazienti naive al trattamento, si utilizzano soglie specifiche di T-score per diagnosticare l’osteopenia e l’OP, mentre la BMD funge da predittore statisticamente robusto del rischio di frattura – ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro”.

“D’altro canto – aggiungono – sono ancora pochi gli studi che hanno esaminato fino a che punto il rischio di frattura dipende dalla BMD raggiunta durante il trattamento.

Per colmare questo gap, i ricercatori hanno analizzato i dati di 1.343 donne in post-menopausa, aventi un’età compresa tra i 60 e i 90 anni e sottoposte per 10 anni a trattamento con denosumab, incluse nel trial FREEDOM (durato 3 anni) e nella fase di estensione del trial (durata 7 anni).

Le pazienti del trial erano state sottoposte a singole scansioni densitometriche ossee (DEXA), a cadenza annuale, dall’inizio del trial a 6 anni e, successivamente, all’ottavo anno e al decimo anno. Inoltre, venivano loro chieste informazioni, in concomitanza con l’effettuazione delle visite periodiche di controllo, a cadenza semestrale, sull’eventuale insorgenza di fratture cliniche.

I ricercatori hanno calcolato, quindi, la percentuale di donne che avevano raggiunto un range di T-score a livello dell’anca in toto o del collo del femore durante i 10 anni di trattamento con il farmaco.

Risultati principali
Dall’analisi è emerso che 373 donne, sul totale delle pazienti dello studio (10,3%) erano andate incontro a fratture vertebrali durante il trattamento con denosumab – 42 fratture all’anca (12%), e 155 fratture al polso (4,3%)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Osteoporosi, la riduzione del rischio di frattura è funzione del T-score raggiunto dopo trattamento a lungo termine con denosumab”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/osteoporosi-la-riduzione-del-rischio-di-frattura-funzione-del-t-score-raggiunto-dopo-trattamento-a-lungo-termine-con-denosumab-29336