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Malattie rare – Leucemia mieloide acuta, l’importanza dell’inibizione di FLT3

La leucemia mieloide acuta (LAM) rappresenta il 30 per cento di tutte le leucemie dell’adulto, con un’incidenza annuale in Europa pari a 2-4 casi su 100mila abitanti. Ogni anno si stima che vengano diagnosticati in Italia circa 3mila nuovi casi di LAM. Questa leucemia può insorgere in ogni età della vita, ma la frequenza aumenta considerevolmente con il passare degli anni, essendo l’età mediana dei pazienti con nuova diagnosi intorno ai 65-70 anni

Un terzo dei pazienti è portatore di una mutazione del gene FLT37 associata a esiti peggiori e a un minore tasso di sopravvivenza rispetto ai soggetti senza la mutazione.

Lo screening mutazionale di FLT3 è raccomandato per la somministrazione dei nuovi farmaci inibitori selettivi per FLT3 che hanno dimostrato di migliorare significativamente la sopravvivenza nei pazienti più giovani con LMA FLT3-mutata quando somministrati in associazione a chemioterapia citotossica standard.

Tra i farmaci con questo meccanismo di azione, spicca quizartinib alla luce dei risultati interessanti dello studio di fase III QuANTUM-R.

FLT3 come target terapeutico
FLT3 è espresso in circa il 30% dei pazienti con AML; le mutazioni di FLT3 possono essere di due tipi: internal tandem duplications (FLT3-ITD) del dominio juxtamembrana del recettore, o mutazioni puntiformi con sostituzione di un unico aminoacido che si verificano nel loop di attivazione del dominio della tirosin kinasi (FLT3-TKD).

Il primo inibitore del FLT3 approvato dall’Fda è stato la midostaurina, indicata nel trattamento di pazienti adulti con AML FLT3-positiva di nuova diagnosi in associazione a terapia standard di induzione con citarabina e daunorubicina e a terapia di consolidamento con citarabina. Con la midostaurina è stato approvato anche un test diagnostico (LeukoStrat CDx FLT3 Mutation Assay) per valutare le mutazioni di FLT3 nei pazienti con AML.

Altri inibitori di tipo I valutati in questo setting sono lestaurtinib, sunitinib, crenolanib e gilteritinib, approvato dall’Fda nel novembre del 2018 per le forme recidivate/refrattarie sulla base dei risultati dello studio ADMIRAL (138 pazienti trattati con 120 mg/die per via orale; percentuale di remissione completa (CR) o CR con parziale recupero ematologico 21%)…”

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Fonte: “Leucemia mieloide acuta, importanza dell’inibizione di FLT3. Ruolo di quizartinib”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/leucemia-mieloide-acuta-importanza-dellinibizione-di-flt3-ruolo-di-quizartinib-29126