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Sclerosi multipla – Benefici potenzialmente maggiori se si effettua trattamento intensivo precoce

Il trattamento di prima linea della sclerosi multipla (SM) con una terapia ad alta efficacia può produrre risultati migliori a lungo termine rispetto a un approccio terapeutico di sovratitolazione. Lo suggeriscono i dati di uno studio di coorte ‘real-world’ pubblicato online su “JAMA Neurology”

In una coorte di pazienti con SM nel sud-est del Galles, coloro che hanno iniziato il trattamento con una terapia ad alta efficacia hanno avuto un aumento medio minore del punteggio EDSS (Expanded Disability Status Scale) dopo 5 anni, rispetto ai pazienti che hanno iniziato con una terapia di moderata efficacia.

Questi risultati si sono verificati «malgrado la sorveglianza clinica e la titolazione mirata» nel gruppo di pazienti che hanno iniziato con farmaci di moderata efficacia, osservano gli autori, coordinati da Katharine Harding, dell’Università di Cardiff, dell’Ospedale universitario del Galles a Cardiff e del Royal Gwent Hospital di Newport.

Approccio alla malattia con sovratitolazione del dosaggio forse inadeguato
«Questi risultati suggeriscono che gli approcci di titolazione del mondo reale possono essere inadeguati per prevenire risultati sfavorevoli a lungo termine e sostenere la necessità di una sperimentazione clinica prospettica per confrontare algoritmi di terapia modificanti la malattia» aggiungono i ricercatori.

Harding e colleghi hanno analizzato i dati raccolti tra il gennaio 1998 e il dicembre 2016 da 592 pazienti con SM. Dei 592 pazienti, 104 avevano iniziato il trattamento con alemtuzumab o natalizumab, che i ricercatori hanno classificato come terapie ad alta efficacia (cioè un trattamento intensivo precoce) e 488 trattamenti iniziati con interferoni, glatiramer acetato, dimetil fumarato, fingolimod o teriflunomide, che sono stati considerati terapie di moderata efficacia (per esempio approccio di titolazione).

Al basale, i pazienti che avevano ricevuto un trattamento intensivo precoce avevano punteggi EDSS medi più alti, rispetto ai pazienti trattati con un approccio di escalation (4,2 vs 3,5). Dopo 5 anni, l’aumento medio del punteggio EDSS era più basso tra i pazienti che avevano ricevuto un trattamento intensivo precoce, rispetto ai pazienti trattati con un approccio di titolazione (0,3 vs 1,2)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sclerosi multipla, potenziali maggiori benefici da un trattamento intensivo precoce”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/sclerosi-multipla-potenziali-maggiori-benefici-da-un-trattamento-intensivo-precoce-29052