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Lea – Con il nuovo sistema di garanzia approvato dalla Stato Regioni solo 9 regioni sarebbero in regola

Stiamo parlando dei risultati della prima sperimentazione dei criteri di valutazione delle performance sanitarie regionali (per ora ancora riservati) previsti dal nuovo Sistema di garanzia dei Lea approvato dalla Stato Regioni il 13 dicembre scorso. Ma, forse anche a causa di questi dati molto peggiori di quelli dell’attuale Griglia di valutazione, le Regioni hanno ottenuto che si rimandi il tutto al 2020, mentre è importante che entri in vigore il prima possibile soprattutto in vista delle richieste di maggiore autonomia

26 FEB – A distanza di quattro anni e mezzo dall’approvazione del Patto per la Salute 2014-2016 che, tra i diversi impegni, prevede la progettazione e l’approvazione del Nuovo Sistema di Garanzia dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), il 13 dicembre 2018 la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha espresso l’Intesa sullo schema di decreto interministeriale sul nuovo sistema di garanzia per il monitoraggio dell’assistenza sanitaria.
La sua concreta applicazione però è rinviata al 2020.

L’approvazione da parte delle Regioni infatti, è accompagnata da una contestuale richiesta di impegno al Governo di continuare nel 2019 la sperimentazione del nuovo sistema e di garantire un monitoraggio degli indicatori per testarne la validità, prevedendo la possibilità di modifiche prima dell’avvio definitivo del nuovo sistema. Solo al termine di questo percorso e di una verifica della positiva valutazione delle attività, nel 2020 potrà iniziare a funzionare concretamente il Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA (che non è la “griglia Lea” già nota, ma un nuovo sistema di monitoraggio).

In caso contrario, potenzialmente, la sua effettiva applicazione potrebbe essere anche posticipata.
Ma concretamente cosa vuole dire “positiva valutazione della attività”? Quali elementi devono essere soddisfatti per avere una positiva valutazione delle attività? Chi svolge questa valutazione? E’ la componente tecnica? Quella politica? Entrambe? Che peso ha l’una e che peso ha l’altra? Cittadini e professionisti saranno coinvolti?

Una buona e una cattiva notizia, quindi. Buona perché le Regioni hanno dato il via libera al nuovo strumento, che per quanto mi riguarda potrebbe e dovrebbe essere ulteriormente rafforzato. La cattiva è rappresentata dalla sua applicazione subordinata ad un ulteriore periodo di sperimentazione, che potrà essere più o meno ampio.

E sì, perché una sperimentazione sembrerebbe essere già stata svolta, almeno stando a quanto emergerebbe da ambienti ministeriali e regionali. Mi riferisco a quella realizzata congiuntamente dal Ministero della Salute e dalle Regioni nel 2018 su dati 2016 (tenendo anche conto del trend degli anni precedenti) e che sembrerebbe aver riconosciuto solo 9 Regioni, su 21 valutate, in grado di garantire pienamente e contemporaneamente i LEA in tutti i livelli assistenziali considerati: prevenzione, distrettuale, ospedaliero. Le 9 Regioni sembrerebbero essere: Piemonte, Lombardia, P.A. Trento, Veneto, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche.

Un dato che, se confermato, è particolarmente rilevante, poiché i dati 2016 e 2017 dell’attuale sistema di monitoraggio dei LEA segnalano invece solo 2 Regioni inadempienti.

Il nuovo Sistema, che si basa su una nuova metodologia di valutazione e che verifica anche aspetti sinora non misurati, sembra restituirci un quadro dei LEA sul territorio nazionale più problematico rispetto a quello attuale: maggiori disuguaglianze nell’esigibilità dei Lea da parte dei cittadini e un paese spaccato in due…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Lea. Con il nuovo sistema di valutazione approvato dalla Stato Regioni solo 9 regioni sarebbero in regola. Ma si rinvia tutto al 2020”, Quotidiano sanità

Tratto dahttps://www.quotidianosanita.it/regioni-e-asl/articolo.php?articolo_id=71343