Malattie rare – Leucemia linfatica cronica, combinazione dell’inibitore della BTK ibrutinib e dell’anticorpo anti-CD20 rituximab possibile nuovo standard di prima linea nei pazienti giovani
“La combinazione dell’inibitore della BTK ibrutinib e dell’anticorpo anti-CD20 rituximab migliora in modo significativo la sopravvivenza globale (OS) e la sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto all’attuale trattamento standard di prima linea, la chemioimmunoterapia con fludarabina, ciclofosfamide e rituximab (regime FCR) in pazienti giovani e ‘fit’ affetti da leucemia linfatica cronica. A dimostrarlo sono i risultati dello studio di fase 3 E1912, condotto dall’ECOG-ACRIN Cancer Research Group e presentato di recente al meeting annuale dell’American Society of Hematology (ASH), a San Diego, in California
Il regime senza chemioterapia (chemo-free) si è anche rivelato meno tossico rispetto alla chemioimmunoterapia standard.
Rischio di progressione e di decesso ridotti in modo significativo con ibrutinib più rituximab
Dopo un follow-up mediano di 33,4 mesi, si è osservata una riduzione del 65% del rischio di progressione o decesso con la doppietta ibrutinib più rituximab rispetto al regime FCR (HR 0,35; IC al 95% 0,22-0,50; P < 0,00001).
Inoltre, la combinazione ibrutinib-rituximab ha ridotto il rischio di decesso dell’83% rispetto al regime FCR (HR 0,17; IC al 95% 0,05-0,54; P < 0,0003).
«Questi risultati hanno immediate implicazioni che cambiano la pratica clinica e sanciscono che ibrutinib è la terapia di prima linea più efficace per i pazienti con leucemia linfatica cronica» ha dichiarato il primo autore dello studio, Tait D. Shanafelt, della Stanford University.
«I pazienti che ricevono la nuova terapia hanno un rischio di decesso significativamente più basso rispetto a quelli che fanno la terapia standard e vorrei sottolineare che la nuova terapia è anche meno tossica della nostra terapia storica. Ovviamente, negli studi sui tumori si cerca di migliorare l’efficacia o ridurre gli effetti collaterali. Questa sperimentazione è una delle rare circostanze in cui abbiamo raggiunto entrambi gli obiettivi con una singola terapia» ha sottolineato il professore.
Lo studio E1912
Lo studio E1912, finanziato dal National Cancer Insitute, ha coinvolto complessivamente 529 pazienti con leucemia linfatica cronica di età non superiore ai 70 anni e non trattati in precedenza, ma che avevano bisogno di un trattamento, assegnati in rapporto 2:1 al trattamento con la combinazione di ibrutinib e rituximab oppure il regime FCR.
Ibrutinib è stato somministrato a un dosaggio pari a 420 mg per via orale nei giorni da 1 a 28 fino alla progressione della malattia. Nel primo ciclo i pazienti sono stati trattati solo con ibrutinib, nel secondo ciclo con ibrutinib più rituximab a un dosaggio pari a 50 mg/m2 il giorno 1 e a 325 mg/m2 il giorno 2, nei cicli dal terzo al settimo con ibrutinib più rituximab 500 mg/m2 il giorno 1. Il regime FCR è stato somministrato al dosaggio standard per 6 cicli…”
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Fonte: “Leucemia linfatica cronica, doppietta ibrutinib-rituximab possibile nuovo standard di prima linea per i pazienti giovani e ‘fit’. #ASH2018”, PHARMASTAR