Cure antitumorali – La cardioncologia per proteggere il cuore
“Un gruppo di esperti dell’Ieo ha sviluppato un modello preventivo per evitare che i pazienti siano colpiti dalle frequenti malattie cardiache causate dalle cure oncologiche. Indicato per chi sviluppa problemi cardiovascolari a causa di questi trattamenti e chi ne è escluso per via della propria fragilità cardiovascolare
Oggi in Italia circa tre milioni di persone hanno una diagnosi di tumore e di questi circa la metà presenta una concomitante comorbidità cardiovascolare. Associazione che aumenta il rischio di sviluppare cardiotossicità, considerando che oltre alla tradizionale chemioterapia, anche i farmaci più nuovi, immunoterapia compresa, sono potenzialmente cardiotossici.
Da qui l’esigenza, per i pazienti affetti da tumore, di dare spazio alla cardioncologia – specialità che si prefigge di proteggere il cuore durante la terapia dei tumori – come ha affermato Carlo Cipolla a capo della Divisione di cardiologia e della Unità di cardioncologia dell’Istituto europeo di oncologia Ieo, insieme a Daniela Cardinale.
“Il termine stesso cardioncologia è stato coniato in Ieo nel 1995 – continua Cipolla – perché noi cardiologi ci siamo resi conto di due fenomeni molto preoccupanti. Da una parte un’alta percentuale di pazienti, fino al 25%, che sviluppa problemi cardiovascolari a causa dei trattamenti anticancro. Dall’altra un numero crescente di persone che viene escluso dalle terapie più innovative per via della propria fragilità cardiovascolare”.
Un modello preventivo
Secondo gli esperti dell’Ieo dunque, i pazienti possono evitare le frequenti malattie cardiache causate dalle cure oncologiche se i loro medici seguono il modello sviluppato da Cipolla e il suo team di ricerca, che valuta il rischio cardiovascolare individuale e consente di determinare la tossicità cardiaca in fase iniziale, addirittura preclinica. Strategia che implica necessariamente una collaborazione molto stretta e già nelle fasi precoci della malattia fra oncologi e cardiologi. Lo dimostra il lavoro recentemente pubblicato sullo European Journal of Cancer dall’equipe guidata da Cipolla e Cardinale, che per la prima volta a livello nazionale hanno realizzato uno studio clinico multicentrico, coinvolgendo 21 centri italiani, da Aosta a Cosenza.
Ridurre il rischio a zero
“In Ieo abbiamo messo a punto procedure specifiche – spiega Cardinale, prima firma del lavoro – per valutare il rischio cardiovascolare individuale: con un prelievo del sangue valutiamo i valori di biomarcatori cardiaci (una proteina, la Troponina I, e un ormone, BNP) ed effettuiamo un ecocardiogramma. Ai pazienti che presentano un innalzamento dei marker durante la cura oncologica viene somministrata una terapia preventiva con Ace-inibitori e betabloccanti. L’applicazione di questo protocollo ha permesso di ridurre a zero gli episodi di scompenso cardiaco e i decessi per malattie cardiovascolari in più di 4200 pazienti Ieo trattati con chemioterapia, che abbiamo seguito per dodici anni”.
Ventuno centri
Dal 1996 al 2010 in Italia esisteva un solo centro di Cardioncologia, ed era in Ieo. Dal 2011 al 2018 i centri sono diventati 21, sparsi su tutto il territorio nazionale. In tutti il protocollo sviluppato da Cipolla e Cardinale ha dato gli stessi buoni risultati. “Non c’è dubbio che il nostro approccio preventivo funziona – precisa Cipolla – ma essere un’isola felice non è la nostra missione. Ci siamo chiesti se la cardioncologia funzionasse anche altrove, e la risposta che oggi diamo attraverso la pubblicazione sullo European Journal of Cancer è positiva”.
Un diritto per i pazienti più fragili
Ma c’è ancora spazio di miglioramento. Ne è convinta Cardinale il cui obiettivo è fare in modo che non si sviluppino più patologie cardiache in corso di trattamenti antitumorali…”
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Fonte: “La cardioncologia per proteggere il cuore dalle cure antitumorali”, ABOUTPHARMA