Alzheimer (AD) e Decadimento cognitivo lieve (MCI) – Per i soggetti a rischio, medicina di precisione grazie ad algoritmi da piattaforma software
“Un recente studio effettuato presso il Cleveland Clinic Lou Ruvo Center for Brain Health di Las Vegas – pubblicato online su “Current Ageing Science” – ha esplorato l’efficacia di un approccio terapeutico ‘multidominio’ basato sullo stato del fattore di rischio di malattia specifico per le persone con diagnosi o sospetto di malattia di Alzheimer (AD)
I risultati indicano una connettività precedentemente non identificata tra i fattori di rischio di AD, suggerendo che i regimi di trattamento dovrebbero essere adattati all’individuo e dovrebbero essere multimodali per riportare simultaneamente i fattori di rischio a uno stato di normalità.
Se tale approccio fosse eseguito con successo, la possibilità di rallentare la progressione dell’AD e persino di invertire gli aspetti del declino cognitivo potrebbe diventare possibile, sostengono i ricercatori, guidati da Dorothy Keine, dell’uMETHOD Health di Raleigh.
Approccio ‘multidominio’ imposto da una patologia complessa
«L’AD è una condizione progressiva e neurodegenerativa in cui gli individui manifestano perdita di memoria, demenza e compromissione del metabolismo compromesso e rispetto alla quale quasi tutti i precedenti studi a dominio singolo per il trattamento dell’AD hanno fallito, probabilmente perché si tratta di una malattia complessa con più fattori di base che contribuiscono al rischio, all’esordio e alla progressione» premettono Keine e colleghi.
Gli autori hanno condotto un’analisi di 40 soggetti con declino cognitivo soggettivo (SCD) e lieve deterioramento cognitivo (MCI), utilizzando un nuovo software sviluppato da uMETHOD Health. Questo software è progettato per eseguire un approccio basato sulla medicina di precisione per sviluppare raccomandazioni terapeutiche personalizzate, con l’obiettivo di rallentare o invertire i driver biologici dell’AD.
Input: dati della cartella clinica. Output: piano di assistenza personalizzato
Gli input associati all’AD comprendevano dati genomici, misurazioni di campioni biologici, dati di imaging (come risonanza magnetica o tomografia a emissione di positroni), dati anamnestici, farmaci, allergie, comorbilità, fattori di stile di vita rilevanti e risultati di test neuropsicologici.
Gli algoritmi sono stati impiegati per dare priorità agli stati fisiologici e agli stili di vita con la più alta probabilità di contribuire allo stato di malattia, e queste priorità sono state incorporate in un piano di assistenza personalizzato, che è stato consegnato ai medici e supportato da ‘trainer’ della salute per aumentare l’aderenza.
Con una media di 8,4 mesi sui loro piani di trattamento (pari a circa 2,8 iterazioni di piani di cura), l’80% degli individui nello studio ha mostrato punteggi di funzione di memoria complessivamente migliorati o mantenuti stabili, come misurato dalle valutazioni cognitive.
Interventi su fattori di rischio modificabili in fase precoce per migliorare la qualità di vita
«È sempre più riconosciuto che l’intervento precoce è la chiave per lo sviluppo di una terapia efficace per l’AD» osservano gli autori. «Una piattaforma di medicina di precisione consente una terapia multidominio per coloro che si trovano nelle prime fasi della malattia».
«Molti dei fattori patologici alla base della malattia (per esempio elevati livelli sierici di omocisteina, difetti genetici, insulino-resistenza, scorretta alimentazione, scarso sonno, mancanza di esercizio fisico, infiammazione cronica, tossicità) sono modificabili, consentendo alle persone di ridurre il rischio e potenzialmente ritardare l’insorgenza della malattia» aggiungono…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Soggetti a rischio di AD o con MCI, medicina di precisione grazie ad algoritmi da piattaforma software”, PHARMASTAR