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Omega-3, l’icosapent etile ad alte dosi riduce il rischio cardiovascolare. Nessuna protezione contro i tumori con EPA e DHA

Due importanti studi, entrambi pubblicati sul New England Journal of Medicine, in contemporanea con la presentazione al congresso dei cardiologi americani, hanno dato risultati contrastanti circa l’effetto degli omega-3 sulla riduzione del rischio cardiovascolare. Il VITAL ha utilizzato una miscela di EPA e DHA al dosaggio di 1 grammo al giorno, mentre il REDUCE-IT ha utilizzato l’icosapentil etile (E-EPA) ad alte dosi (4 gr/die). Solo il secondo approccio ha dato un risultato netto sulla riduzione del rischio cardiovascolare

Studio VITAL. Assumere omega-3 o vitamina D non protegge né dagli eventi cardiovascolari (con la sola eccezione dell’infarto e in popolazioni speciali), né dalla comparsa di tumori. E’ la cruda risposta dello studio VITAL, presentato al congresso dell’American Heart Association (AHA) in corso a Chicago e pubblicato in contemporanea sul New England Journal of Medicine. Lo studio ha arruolato 25.871 americani adulti (età media 50 anni per gli uomini, 55 per le donne), senza storia di ictus, infarto o tumori, seguendoli per una mediana di trattamento di 5,3 anni.

Il disegno dello studio (in doppio cieco, fattoriale 2 x 2, controllato) prevedeva la somministrazione in maniera randomizzata, di vitamina D3 (colecalciferolo 2.000 UI/die) e di oemga-3 (EPA e DHA 1 gr/die) oppure di  vit.D3 e placebo, oppure di placebo e omega -3 o di placebo. Gli endpoint primari erano i MACE (un composito di infarto, ictus, mortalità CV) e i tumori. Né i MACE, né la comparsa di tumori è risultata ridotta dalla somministrazione di omega-3 e di vitamina D3. Gli omega-3 tuttavia hanno prodotto una riduzione significativa degli infarti soprattutto nella popolazione afro-americana e nei soggetti che consumano poco pesce nella dieta.

Studio REDUCE-IT. La somministrazione di icosapent etile (E-EPA) al dosaggio di 4 grammi/die in una popolazione di pazienti ad alto rischio riduce in maniera significativa l’endpoint composito cardiovascolare rischio di mortalità CV, infarto, ictus, rivascolarizzazione secondaria, angina instabile. Presentato al congresso dell’AHA, anche questo studio è stato pubblicato in contemporanea sul New England Journal of Medicine. Il razionale dello studio è che nonostante la terapia con statine, soprattutto i pazienti con ipertrigliceridemia, presentano un rischio cardiovascolare residuo elevato…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “AHA /2 Omega-3: l’icosapent etile ad alte dosi riduce il rischio cardiovascolare. Nessuna protezione contro i tumori con EPA e DHA”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=67752