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Carcinoma renale metastatico – ‘Cabozantinib’ efficace a prescindere dall’espressione della proteina PD-L1

Nei pazienti con carcinoma a cellule renali a cellule chiare metastatico, cabozantinib si è dimostrato efficace in una popolazione non selezionata in base all’espressione della proteina PD-L1, il che ne suggerisce un possibile impiego in combinazione con gli inibitori dei checkpoint immunitari indipendentemente dallo stato di PD-L1. Il dato arriva da un’analisi degli studi CABOSUN e METEOR presentata a Monaco di Baviera in occasione del congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO)

Gli studi CABOSUN e METEOR
In questi due studi clinici randomizzati e controllati cabozantinib ha dimostrato di migliorare in questi pazienti la sopravvivenza libera da progressione (PFS) e la sopravvivenza globale (OS) in modo consistente rispetto a everolimus e sunitinib, affermando il suo ruolo come possibile opzione terapeutica rispettivamente di prima e seconda linea.

Nello studio CheckMate 214, si è visto che l’espressione del biomarcatore PD-L1 era associata a un miglioramento degli outcome nei pazienti trattati con nivolumab più ipilimumab rispetto a sunitinib. Inoltre, studi precedenti hanno dimostrato che l’espressione di PD-L1 era associata ad outcome peggiori nei pazienti con carcinoma renale metastatico trattati con sunitinib.

PD-L1 utile come biomarcatore prognostico e predittivo di risposta a cabozantinib?
Nel lavoro presentato a Monaco, coordinato da Toni K. Choueiri e Sabina Signoretti, del Dana-Farber Cancer Institute e del Brigham and Women’s Hospital di Boston, i ricercatori hanno studiato l’utilità dell’espressione di PD-L1, valutata mediante immunoistochimica, come potenziale biomarcatore prognostico e/o predittivo dell’attività di cabozantinib nei pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico, a cellule chiare.

Utilizzando il tessuto tumorale paraffinato e fissato in formalina prelevato al basale da 110 partecipanti dello studio CABOSUN e 306 partecipanti dello studio METEOR, i ricercatori hanno valutato l’espressione di PD-L1 sia sulle cellule tumorali sia sulle cellule immunitarie mediante la doppia colorazione immunoistochimica di PD-L1 e CD45/CD163 (marcatori della presenza di cellule immunitarie).

Il 29% dei campioni dei pazienti dello studio METEOR e il 23% di quelli dei pazienti dello studio CABOSUN contenevano cellule tumorali positive per PD-L1.
Nello studio METEOR, la PFS mediana è risultata di 8,5 con cabozantinib contro 5,6 mesi con everolimus (P = 0,027) e l’OS mediana rispettivamente di 21,3 mesi contro a 15,1 (P = 0,003). Nello studio CABOSUN, invece, la PFS mediana è risultata di 8,3 mesi con cabozantinib contro 5,5 mesi con sunitinib (P = 0,059), mentre l’OS mediana è risultata rispettivamente di 28,1 mesi contro 20,8 mesi (P = 0,05).

Il confronto dei risultati di PFS in base all’espressione di PD-L1 ha evidenziato risultati coerenti tra le varie misure dell’espressione della proteina, tra cui l’espressione di PD-L1 sulle cellule immunitarie, il punteggio combinato di PD-L1, e utilizzando diversi cut-off di PD-L1.

Sopravvivenza maggiore con cabozantinib rispetto a sunitinib o everolimus indipendentemente da PD-L1
Nell’analisi univariata, i pazienti con livelli di PD-L1 < 1% sulle cellule tumorali hanno mostrato una PFS e un’OS migliori rispetto ai pazienti con cellule tumorali PD-L1-positive in entrambi gli studi, indipendentemente dalla terapia assegnata…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Carcinoma renale metastatico, cabozantinib efficace a prescindere dall’espressione di PD-L1. #ESMO18”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/carcinoma-renale-metastatico-cabozantinib-efficace-a-prescindere-dallespressione-di-pd-l1-esmo18-28043