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Sclerosi multipla recidivante (RMS) – ‘Evobrutinib’ riduce le recidive e il numero di lesioni T1 e T2

Nei pazienti con sclerosi multipla recidivante (RMS) la terapia orale sperimentale evobrutinib ha dimostrato una riduzione significativa delle lesioni T1 GD+ alla risonanza rispetto al placebo e ha ridotto in misura clinicamente significativa il numero annuale di recidive. È quanto emerge da uno studio di fase II presentato al congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS) che si è tenuto a Berlino

Messo a punto dalla tedesca Merck, evobrutinib è in sviluppo clinico per studiarne il potenziale come trattamento per la sclerosi multipla, l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso sistemico. È un inibitore orale altamente specifico della tirosin-chinasi di Bruton (BTK), importante nello sviluppo e nel funzionamento di varie cellule immunitarie, compresi i linfociti B e i macrofagi.

È progettato per inibire le risposte primarie delle cellule B come la proliferazione e il rilascio di anticorpi e citochine, senza influenzare direttamente le cellule T. Si pensa che l’inibizione della BTK sopprima le cellule produttrici di autoanticorpi, con una potenziale utilità nel trattamento di alcune malattie autoimmuni. Il farmaco è attualmente in valutazione clinica non è approvato per alcun uso in nessun paese.

Lo studio di fase II
Si tratta di un trial clinico in doppio cieco, controllato con placebo, della durata di 48 settimane, per valutare sicurezza ed efficacia di evobrutinib in pazienti di età compresa tra 18 e 65 anni con sclerosi multipla recidivante-remittente (RRMS) o sclerosi multipla secondaria progressiva (SPMS) con ricadute sovrapposte.

I pazienti sono stati randomizzati a ricevere evobrutinib 25 mg una volta al giorno (QD), 75 mg QD, 75 mg due volte al giorno (BID), placebo o dimetilfumarato in aperto (240 mg BID) come braccio di riferimento. L’endpoint primario era la somma delle lesioni T1 captanti il gadolinio (T1 Gd+) alla risonanza magnetica alle settimane 12, 16, 20 e 24. Gli endpoint secondari chiave includevano il numero annualizzato di recidive (ARR) alla settimana 24 e la sicurezza.

Riduzione delle lesioni T1
Il 91% dei pazienti (244 su 267) ha completato le 24 settimane di trattamento e evobrutinib ha raggiunto l’endpoint primario alle dosi di 75 mg QD e 75 mg BID…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Sclerosi multipla recidivante, la terapia sperimentale evobrutinib riduce le recidive e il numero di lesioni T1 e T2”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/sclerosi-multipla-recidivante-la-terapia-sperimentale-evobrutinib-riduce-le-recidive-e-il-numero-di-lesioni-t1-e-t2-27934