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Emorragia intracerebrale (ICH) – Esiti migliori se terapia con statine non viene interrotta

In seguito a emorragia intracerebrale (ICH) si rileva un rischio inferiore di mortalità per tutte le cause tra i pazienti che continuavano un trattamento con statine rispetto a coloro che lo interrompevano, specialmente nel caso dei soggetti trattati con statine idrofile. È l’evidenza emersa da uno studio pubblicato online su “Atherosclerosis”

«Le statine migliorano i risultati clinici nei pazienti con ictus ischemico, ma non vi sono prove dell’effetto della terapia a lungo termine con statine nei pazienti ICH» premettono gli autori, capitanati da Yu-Sheng Lin, del Chang Gung Memorial Hospital di Chiai (Taiwan). Lo scopo di questo studio era pertanto quello di valutare l’impatto del prolungamento della terapia con statina dopo ICH.

Studio retrospettivo dal database di ricerca dell’assicurazione sanitaria nazionale di Taiwan
La coorte retrospettiva di pazienti con ICH è stata recuperata dal National Health Insurance Research Database (NHIRD) di Taiwan (che copriva, nel 2012, il 995 della popolazione totale). La popolazione finale è stata suddivisa in due gruppi in base a coloro che avevano proseguito e quelli che avevano interrotto il trattamento con statine.

A un follow-up di 3 anni sono stati analizzati la mortalità per tutte le cause e gli esiti cardiovascolari dopo Propensity Score Matching (PSM, abbinamento al punteggio di propensione). Dei 114.101 pazienti con ICH che erano stati inizialmente arruolati, sono stati inclusi 2.468 pazienti con dislipidemia e ICH.

Dopo PSM, il beneficio della terapia con statine sulla mortalità è apparso, dal 1° anno fino alla fine del periodo di follow-up di 3 anni dopo la dimissione (gruppo statina versus gruppo non-statina) rispettivamente di 4,9% vs 12,3% a 1 anno (hazard ratio [HR], 0,38; intervallo di confidenza al 95% [95%CI]: 0,26-0,57) e 12,9% vs 25,3% alla fine del periodo di follow-up di 3 anni (HR, 0,45; 95%CI: 0,35-0,58).

Rispetto ai pazienti che utilizzavano statine lipofile, quelli che usavano statine idrofile avevano un’incidenza significativamente più bassa di mortalità per tutte le cause (HR = 0,65; 95%CI = 0,43-0,99).

Non c’erano invece differenze i pazienti ai quali erano state prescritte statine a intensità moderata o ad alta intensità in termini di ictus e mortalità per tutte le cause (HR = 0,76; 95%CI = 0,40-1,46)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Emorragia intracerebrale, esiti migliori se la terapia con statine non viene interrotta”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/emorragia-intracerebrale-esiti-migliori-se-la-terapia-con-statine-non-viene-interrotta–27877