Fibrillazione atriale (AF) – Avvio di terapia anticoagulante: criteri CHA2DS2-VASc da rivedere
“Secondo i risultati di uno studio pubblicati online su “Annals of Internal Medicine”, pur seguendo le attuali raccomandazioni delle linea guida il beneficio clinico netto nell’iniziare una terapia anticoagulante orale varia ampiamente tra i pazienti con fibrillazione atriale (AF)
Quesiti aperti sul beneficio clinico netto in diverse popolazioni
L’impiego della terapia anticoagulante in un paziente con un punteggio di CHA2DS2-VASc (insufficienza cardiaca congestizia, ipertensione, età, diabete, ictus e vasculopatia) pari o superiore a 2 è attualmente raccomandato dalle linee guida, ricordano Sachin J. Shah, dell’Università della California, a San Francisco, e colleghi.
Tuttavia, “i tassi di ictus nei pazienti con AF non valvolare che non ricevono terapia anticoagulante variano ampiamente tra gli studi pubblicati; l’effetto risultante sul beneficio clinico netto dell’anticoagulazione nell’AF è sconosciuto”, scrivono gli autori.
Per colmare questa lacuna nella conoscenza, Shah e colleghi hanno eseguito un’analisi decisionale secondo il modello di Markov per studiare l’effetto della variazione in quattro studi pubblicati sui tassi di ictus nell’AF (1).
Verifiche condotte valutando quattro coorti internazionali
Le coorti valutate includevano lo studio ATRIA (AnTicoagulation and Risk Factors Intrial Fibrillation), la coorte del Danish National Patient Registry, lo studio di coorte Swedish Atrial Fibrillation e lo studio SPORTIF (Stroke Prevention using ORal Thrombin Inhibitor in atrial Fibrillation). Gli studi hanno incluso 33.434 adulti residenti in comunità con AF incidente…”
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Fonte: “AF, avvio di terapia anticoagulante: criteri CHA2DS2-VASc da rivedere?”, PHARMASTAR