Carcinoma epatocellulare e antivirali ad azione diretta – Nuovo studio smentisce collegamento
“I risultati di uno studio recente hanno confermato che l’aumento dei tassi di carcinoma epatocellulare tra i pazienti trattati con antivirali ad azione diretta (DAA) rispetto all’interferone correla con caratteristiche del paziente come l’età e la funzione epatica piuttosto che con il trattamento. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Gastroenterology
“Nonostante la mancanza di follow-up a lungo termine, ci sono stati recentemente numerosi report allarmanti che suggeriscono inaspettatamente elevati tassi di incidenza di carcinoma epatocellulare in pazienti cirrotici in terapia con DAA”, ha evidenziato Pierre Nahon, dell’ospedale Jean Verdier in Francia, e i i suoi colleghi.
“Tuttavia, questo duplice aumento del rischio è modesto, limitato nel tempo e può essere spiegato almeno in parte da fattori confondenti legati al profilo specifico dei pazienti portatori di fattori di rischio più elevati per lo sviluppo del cancro del fegato” ha aggiunto Nahon.
In questo lavoro sono stati analizzati i dati della coorte CirVir ANRS CO12 per confrontare l’incidenza di carcinoma epatocellulare in pazienti con cirrosi che avevano ricevuto terapia con DAA vs pazienti trattati con interferone (IFN).
Nahon e colleghi hanno analizzato i risultati del trattamento di 1.270 pazienti tra cui un gruppo trattato con DAA (n=336), un gruppo di pazienti che avevano ottenuto una risposta virologica sostenuta dopo terapia con interferone (n=495) e un gruppo di pazienti che non avevano raggiunto l’SVR indipendentemente dal trattamento (n=439).
I pazienti sono stati inclusi nei programmi di sorveglianza dell’HCC basandosi sull’esame ecografico ogni 6 mesi e registrando dati clinici e biologici.
Rispetto ai pazienti del gruppo SVR-IFN, i pazienti nel gruppo DAA erano più anziani, avevano percentuale più alte di diabete o ipertensione portale e la funzionalità epatica era più gravemente compromessa.
Durante un follow-up medio di 67,5 mesi, i ricercatori hanno osservato una prima lesione epatica focale in 441 pazienti con un’incidenza cumulativa a 5 anni del 33,9%. Più della metà delle lesioni focali epatiche sono rimaste indeterminate o benigne.
I pazienti che avevano ricevuto la terapia con DAA hanno avuto un follow-up più breve (21,2 mesi) rispetto ai pazienti con SVR dopo trattamento con interferone (64,4 mesi) e rispetto a pazienti che non avevano raggiunto l’SVR (47,4 mesi, p <0,001).
L’incidenza di HCC a tre anni è risultata inferiore nei pazienti che avevano ricevuto la terapia con DAA rispetto ai pazienti che non avevano raggiunto l’ SVR (5,9% vs 12,7%, p=0,014), ma più elevata rispetto ai pazienti che avevano ottenuto l’SVR con terapia con interferone (5,9% vs 3.1%; p=0.03).
Rispetto al gruppo interferone, i pazienti DAA avevano significativamente meno probabilità di avere un intervallo di screening HCC inferiore a 7 mesi prima dell’inizio del trattamento (75,3% vs 96,6%; p<0,0001)…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Antivirali ad azione diretta e carcinoma epatocellulare, un nuovo studio smentisce il collegamento”, PHARMASTAR