Tumori – Biosimilari garantiscono sostenibilità ma scelta terapeutica è del medico
“Sono molecole simili agli originali in termini di qualità, efficacia e sicurezza e consentono risparmi di almeno il 20%. Va esclusa la sostituibilità automatica, la decisione spetta al clinico. Sono fondamentali gli studi successivi alla commercializzazione per monitorare eventuali effetti collaterali. Presentato al Ministero della Salute il Position Paper di AIOM, SIF, SIFO, CIPOMO e Fondazione AIOM
Roma, 12 luglio 2018 – Il costo dei farmaci anticancro nel nostro Paese è stato pari a 4,5 miliardi di euro nel 2016. L’arrivo dei biosimilari in oncologia può determinare risparmi di circa il 20%, liberando risorse per consentire l’accesso a terapie innovative. La scelta di trattamento (con il farmaco biologico di riferimento o con il biosimilare) deve rimanere una decisione affidata esclusivamente al medico prescrittore.
Principio che vale anche per i pazienti già in cura, in cui la scelta dell’eventuale passaggio (switch) da una terapia all’altra rientra nell’esclusivo giudizio clinico. Non solo. Questo passaggio può avvenire solo dopo un’attenta informazione del paziente, che dovrebbe essere monitorato per l’insorgenza di eventuali effetti collaterali.
Sono questi alcuni dei punti fondamentali del Position Paper sui farmaci biosimilari in oncologia presentato in un convegno nazionale oggi al Ministero della Salute e firmato dall’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), dalla Società Italiana di Farmacologia (SIF), dalla Società Italiana di Farmacia Ospedaliera e dei Servizi Farmaceutici delle Aziende Sanitarie (SIFO), dal Collegio Italiano dei Primari Oncologi Medici Ospedalieri (CIPOMO) e da Fondazione AIOM.
“Concordiamo con la posizione espressa nei recenti Position Paper della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO) e dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) che escludono la sostituibilità automatica proprio perché i farmaci biosimilari non possono essere considerati alla stregua dei prodotti generici – spiega Stefania Gori, Presidente nazionale AIOM e Direttore dipartimento oncologico, IRCCS Ospedale Sacro Cuore Don Calabria-Negrar – Anche l’eventuale decisione clinica di eseguire uno switch terapeutico in un paziente già in cura deve essere attentamente valutata dal medico, che rimane il responsabile della prescrizione”.
“L’avvento di alcuni farmaci biologici quali gli anticorpi monoclonali, iniziato negli anni Ottanta – continua Stefania Gori – ha permesso a milioni di pazienti oncologici nel mondo di beneficiarne. Dal 2014, con la scadenza dei brevetti di alcuni anticorpi monoclonali, si è aperta la strada alla sintesi di farmaci simili, ma non uguali, agli originatori. Questi biosimilari di farmaci antitumorali sono molto più complessi rispetto ai biosimilari di prima generazione, quali eritropoietine e fattori di crescita granulocitari, utilizzati in oncologia nell’ambito della terapia di supporto”…”
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Fonte: “Tumori, biosimilari garantiscono la sostenibilità ma la scelta terapeutica è solo del medico”, insalute news