Malattie rare – Mieloma multiplo recidivato/refrattario, tripletta con ‘pomalidomide’ allontana progressione
“L’aggiunta di pomalidomide all’inibitore del proteasoma bortezomib e desametasone a basse dosi (regime PVd) migliora in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione (PFS), riducendo del 39% il rischio di progressione della malattia o di decesso rispetto ai soli bortezomib e desametasone a basse dosi (Vd) nei pazienti con mieloma multiplo recidivato/refrattario già trattati con lenalidomide. A dimostrarlo sono i risultati dello studio internazionale di fase 3 OPTIMISMM, presentato da poco a Chicago, al congresso annuale dell’American Society of Clinical Oncology (ASCO)
“Lo studio, come già altri in passato, ha mostrato come usare tre farmaci che agiscono con diverso meccanismo d’azione sia meglio che usarne solo due, tutte le volte che ciò è possibile perché il paziente tollera il trattamento” ha commentato ai nostri microfoni Francesca Gay, dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Città della Salute e della Scienza di Torino.
“Di fatto i pazienti trattati con la tripletta hanno ottenuto una sopravvivenza libera da progressione significativamente superiore rispetto a quelli trattati con solo due agenti e ciò si è associato ovviamente anche a risposte migliori, più profonde, nel primo braccio” ha rimarcato l’esperta italiana.
Miglioramento significativo della PFS, anche nei sottogruppi
Con un follow-up mediano di 16 mesi, la PFS mediana è risultata di 11,2 mesi nel braccio trattato con la tripletta PVd contro 7,1 mesi nel braccio trattato solo con Vd (HR 0,61; IC al 95% 0,49- 0,77; P < 0,0001).
Le analisi sui sottogruppi, inoltre, hanno dimostrato che il beneficio di PFS offerto da pomalidomide è indipendente dall’età, dal performance status, dalla presenza o meno di una citogenetica associata ad alto rischio, dal numero di terapie già effettuate e dai tipi di terapia fatti in precedenza.
Il primo autore dello studio, Paul Richardson, del Jerome Lipper Multiple Myeloma Center presso il Dana-Farber Cancer Institute di Boston ha spiegato che nello studio si è esaminato una popolazione di pazienti in crescita e clinicamente rilevante che era stata trattata in prima battuta con lenalidomide, ma per la quale lenalidomide non era più un’opzione di trattamento.
I risultati del trial, ha detto il professore, supportano l’uso di PVd nei pazienti con mieloma multiplo recidivante/refrattario alla prima recidiva, esposti in precedenza a lenalidomide…”
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Fonte: “Mieloma multiplo recidivato/refrattario, tripletta con pomalidomide allontana la progressione. #ASCO2018”, PHARMASTAR