Rischio di malattia coronarica (CHD) – Solo forte riduzione livelli di lipoproteina (a) comporta benefici clinici cardiovascolari
“La riduzione dei livelli di lipoproteina (a) (Lp(a)) deve essere molto più elevata del previsto perché abbia un impatto sul rischio di malattia coronarica (CHD) simile a quello osservato con riduzioni relativamente modeste di colesterolo LDL. E’ quanto suggeriscono i risultati di un’analisi su larga scala presentata al congresso della European Atherosclerosis Society (EAS) 2018 che si è tenuto a Lisbona
Il ruolo della lipoproteina (a) nella stima del rischio cardiovascolare è stato e continua a essere oggetto di dibattito. E’ una particella simile alle LDL, ma la sua funzione è praticamente sconosciuta.
In vitro, è stato osservato che è in grado di oltrepassare l’intima arteriosa umana e, gli studi su animali ne hanno evidenziato la capacità di promuovere trombosi, infiammazione e formazione di cellule schiumose, effetti che interessano le fasi tipiche dell’aterosclerosi: genesi, progressione ed evento clinico finale.
Per valutare l’impatto di diverse riduzioni di Lp(a) sul rischio di malattia coronarica, in uno studio sono stati applicati i princìpi dell’eredità genetica mendeliana a più di 48.000 individui che hanno preso parte a cinque precedenti trial clinici.
Benefici solo con Lp(a) molto elevata
La presentazione ha sottolineato come diversi studi recenti abbiano dimostrato che la Lp(a) è un valido obiettivo di intervento, dato che alti livelli sono associati a un maggior rischio di esiti cardiovascolari. Ma non sono stati in grado di dimostrare che l’abbassamento dei livelli di Lp(a) influenza il rischio di CHD.
Per determinare la riduzione di Lp(a) utile ad avere una diminuzione significativa del rischio di CHD, i ricercatori hanno condotto un’analisi mendeliana dei dati di studi precedenti, su un campione di 20.793 pazienti con CHD e 27.540 controlli.
Un punteggio di rischio genetico basato su 43 varianti genetiche di LPA, il gene che codifica per l’apolipoproteina (a), un determinante dei livelli di Lp(a), è stato utilizzato per valutare l’effetto previsto dell’abbassamento della Lp(a) sul rischio di CHD…”
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Fonte: “Solo una forte riduzione dei livelli di lipoproteina (a) comporta benefici clinici cardiovascolari”, PHARMASTAR