Tumori – TMB, nuovo test per guidare uso corretto immunoterapia
“Una “fotografia” completa delle alterazioni molecolari del tumore. È il risultato che può essere raggiunto grazie a un nuovo biomarcatore, che misura il numero di mutazioni nel tumore. Si chiama Tumor Mutational Burden (TMB), cioè carico mutazionale del tumore, e rappresenta la nuova frontiera nella lotta contro la malattia, approfondita oggi in un incontro con i giornalisti a Roma
“Il TMB rientra nel concetto di medicina di precisione – spiega il prof. Nicola Normanno, Direttore del Dipartimento di Ricerca Traslazionale dell’Istituto Nazionale Tumori Fondazione ‘G. Pascale’ di Napoli -. È uno strumento prezioso perché può permettere di identificare i pazienti che potrebbero rispondere all’immunoterapia. Studi recenti infatti hanno dimostrato che questo tipo di trattamento è più efficace nei tumori caratterizzati da un alto numero di mutazioni”. Le neoplasie con un TMB elevato sono soprattutto quelle del polmone, della vescica, gastrointestinali e il melanoma.
La validità di questo nuovo biomarcatore è stata dimostrata nello studio di fase III CheckMate -227: i risultati iniziali – presentati al congresso dell’American Association for Cancer Research (AACR) che si è svolto recentemente a Chicago – rappresentano, in particolare, un importante passo in avanti nel trattamento di prima linea del tumore del polmone non a piccole cellule. “I dati positivi di questo studio stabiliscono il potenziale di TMB come importante biomarcatore predittivo per la selezione dei pazienti candidabili al trattamento di combinazione con due molecole immunoterapiche, nivolumab e ipilimumab, nel tumore del polmone non a piccole cellule avanzato – afferma il prof. Federico Cappuzzo, Direttore del Dipartimento di Oncoematologia dell’Ausl Romagna -.
L’Italia è uno dei Paesi che ha arruolato il maggior numeri di pazienti, 89 su un totale di 1.739. Il tasso di sopravvivenza libera da progressione a un anno era più del triplo con la combinazione (43%) rispetto alla chemioterapia (13%). Le risposte inoltre erano frequenti, profonde e durature, nei pazienti con alto TMB trattati con la combinazione di nivolumab e ipilimumab. Sono stati infatti registrati tassi di risposta globale pari a quasi il doppio (45,3%) rispetto alla chemioterapia (26,9%). Significativa anche la differenza della durata della risposta a un anno (68% rispetto al 25%). E va sottolineato che questi risultati sono indipendenti dall’espressione di un altro biomarcatore, PD-L1, e dall’istologia squamosa o non squamosa del tumore”.
Il carcinoma del polmone nel 2017 ha fatto registrare nel nostro Paese 41.800 nuove diagnosi: il 60-70% è individuato in fase avanzata. “Ci stiamo avvicinando alla concreta possibilità di abbandonare la chemioterapia nel trattamento di molte persone, pari a circa il 40%, colpite da questa neoplasia in fase avanzata – continua il prof. Cappuzzo -. Si tratta di un grande vantaggio per questi pazienti. E nel prossimo futuro la collaborazione fra oncologi e anatomo-patologi, chiamati a identificare i biomarcatori, diventerà ancora più rilevante”…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Tumori: TMB, nuovo test per guidare l’uso corretto della immunoterapia”, PHARMASTAR