XIII Giornata malato oncologico – Allarme cure palliative
“I successi della medicina sono inequivocabili. Il cancro oggi si cura con molta più efficacia. Ma di cancro si muore ancora e la Favo nel suo rapporto apre questa pagina con coraggio parlando di “emergenza cure palliative”. Secondo le ultime proiezioni dell’American Society of Clinical Oncology, nella nostra parte del pianeta, nel 2040, il 70% dei pazienti oncologici avrà più di sessantacinque anni. Una vera e propria emergenza sociale che rende evidente la centralità dell’assistenza domiciliare per le cure palliative. Sul fronte delle terapie invece sono gli oncologi a lanciare l’allarme budget. IL RAPPORTO FAVO
17 Maggio – È un’Italia a due velocità quella dei tumori. Un’Italia che ogni anno registra circa 369mila nuovi casi e che, se da una parte dà, dall’altra toglie. E dove l’accesso ai farmaci potrebbe diventare la misura della disuguaglianza in sanità a causa degli alti costi che fanno registrare un aumento di inaccettabili disparità tra Regioni. Ma non solo, anche la disponibilità e l’accesso alle cure palliative iniziano a presentare numeri da vera e propria emergenza sociale.
Nelle Regioni meridionali l’avanzata dei tumori è più lenta: si registrano infatti, rispetto al Nord del paese, meno cancri dell’esofago, stomaco, pancreas, melanoma, rene, mammella, prostata e polmone femminile. Questo grazie a quei fattori protettivi, come ad esempio mangiare frutta e verdura e meno carni rosse, e ad un comportamento di vita più sano.
Ma la velocità cambia quando si parla di sopravvivenza: in generale in Italia è in media del 60% per tutte le sedi tumorali, ma con un forte gradiente Nord-Sud: si va dal 62,4% in Emilia Romagna al 55% in Campania. Un’andatura differente legata in questo caso alla capacità delle strutture sanitarie di intercettare precocemente la malattia attraverso diagnosi precoci e screening oncologico; in sostanza all’idoneità di offrire una più alta qualità delle cure.
E quindi, di garantire ai pazienti reti oncologiche regionali e Percorsi Diagnostico-Terapeutici Assistenziali che assicurino una presa in carico del paziente oncologico a 360 gradi, dalla diagnosi fino all’assistenza dopo la dimissione dall’ospedale. Peccato che le reti oncologiche regionali siano già attive solo in Piemonte, Lombardia, Toscana, Trento, Umbria e Veneto. Stesso discorso per i Pdta su specifiche sedi tumorali, deliberati ed attivati in molte realtà italiane, ma non in tutte quelle del Sud Italia…”
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Fonte: “XIII Giornata malato oncologico. Allarme cure palliative, De Lorenzo (Favo): “Troppi pazienti muoiono in ospedale quando potrebbero essere assistiti molto meglio a casa”. E gli Oncologi sono preoccupati per i tagli al budget”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=61846