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Malattie epatiche in Europa – Progetto ‘Hepahealth’ racconta situazione negativa

Qual è l’onere delle malattie epatiche in Europa? Per rispondere a questa domanda l’EASL ha commissionato uno studio nei vari stati europei, il progetto HEPAHEALTH, i cui dati sono stati raccolti in un report presentato all’ The International Liver Congress 2018 a Parigi, in Francia. Si tratta della seconda panoramica commissionata dal EASL e comprende 35 paesi in totale: i Paesi dell’UE, l’Islanda, il Kazakistan, la Norvegia, la Russia, la Serbia, la Svizzera e l’Uzbekistan

Gli obiettivi del rapporto erano: riferire sull’ultimo carico epidemiologico delle malattie del fegato nei Paesi sopra citati; presentare i dati sui principali fattori di rischio per le malattie del fegato; ed effettuare una revisione sugli interventi di sanità pubblica.

Da quando EASL ha pubblicato la sua prima panoramica nel 2013, la situazione non è migliorata. In particolare, la mortalità per cancro del fegato è aumentata e solo pochi Paesi hanno visto una diminuzione o addirittura una stabilizzazione dei tassi dal 1980.

L’Europea ottiene il primato di più alto consumatore di bevande alcoliche al mondo e gli sforzi per ridurre il consumo di alcol sono in stallo in molti paesi. Allo stesso modo, i tassi di obesità sono aumentati dal 2013 in quasi tutti i Paesi in cui il rapporto è stato esaminato e le percentuali di malattia del fegato grasso non alcolico (NAFLD) stanno aumentando di conseguenza. Nell’Europa meridionale e orientale l’epatite virale è la principale causa di mortalità per malattia del fegato.

Gli aspetti sottolineati nel report 
La malattia del fegato uccide presto: due terzi di tutti i potenziali anni di vita persi a causa di una malattia del fegato sono anni di vita lavorativa. Questo contrasta con altre malattie, come l’ictus, in cui la maggior parte dei decessi si verifica dopo i 65 anni.
Divisione geografica e reddito: la mortalità per malattia epatica è diminuita nell’Europa occidentale e centrale dal 1970. La maggior parte dei paesi con tassi di epatite più elevati o in aumento è localizzata nelle zone più povere dell’Unione europea e nei paesi dell’ex Unione Sovietica.

Regno Unito e Finlandia si discostano dal resto delle tendenze dell’Europa occidentale e nordica; entrambi i paesi hanno registrato forti aumenti della mortalità per malattie del fegato dal 1970.

Cosa fare? 
Le vaccinazioni per il virus dell’epatite B e lo screening dei derivati del sangue in tutta l’UE dall’inizio degli anni ’90 hanno contribuito a ridurre drasticamente il numero di infezioni da HBV.

Devono essere implementate politiche di riduzione del danno e strategie di micro-eliminazione, se si vuole avere un impatto sui tassi di infezione da virus dell’epatite C. La nuova generazione di antivirali ad azione diretta eliminerà in larga misura i casi di HCV a condizione che i governi garantiscano l’accesso al trattamento a tutti i pazienti…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Malattie epatiche in Europa, il progetto Hepahealth racconta una situazione negativa”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/gastro/malattie-epatiche-in-europa-il-progetto-hepahealth-racconta-una-situazione-negativa–26705