Malattie rare – L’era del cloud computing per le risorse genomiche
Un articolo pubblicato in Nature descrive il cloud computing come un’importante risorsa per la ricerca in campo genomico. Gli autori definiscono il cloud computing come “un modello in cui gli utenti noleggiano computer e gli spazi di archiviazione da grandi centri dati”. Gli autori mettono in luce la rilevanza del cloud computing in un’era in cui i dati provenienti dal sequenziamento di nuova generazione hanno una mole troppo grande per i singoli laboratori o istituzioni e sono inoltre dispersi a livello geografico. Ciò accade in particolare nell’ambito della ricerca sulle malattie rare. Gli autori descrivono il modello di cloud computing, le sue diverse forme e le aree in cui sta influenzando la genomica e ampie collaborazioni in questo campo. Inoltre, elencano nel dettaglio i vantaggi del cloud computing, tra i quali la riproducibilità, l’accesso globale e la possibilità di ri-analizzare ampie serie di dati archiviate, permettendo ai ricercatori di riprodurre i risultati precedenti oppure di “prendere in prestito” dati per affrontare nuove problematiche.
Gli autori ritengono inoltre che il cloud computing abbia favorito un nuovo modo di pensare a come progettare i software per le serie di dati di ampie dimensioni e affrontano le attinenti questioni normative e relative alla privacy. Secondo gli autori, sebbene il cloud computing sia adatto per ri-analizzare dati protetti, sarà ad ogni modo necessario affrontare in maniera più approfondita le questioni normative e quelle riguardanti la privacy per serie di dati geograficamente diversificate, poiché la legislazione potrebbe variare a seconda della giurisdizione.
Fonte: orphaNews Italia
Tratto da: http://italia.orphanews.org/newsletter-it/political/nl/id-09-05-2018.html