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BPCO – Quando manca il respiro

Presentate a Milano due ricerche condotte da Doxa Pharma che fanno il punto sulla percezione della BPCO da parte dei pazienti. Queste ricerche si inseriscono nell’ambito del progetto di GSK Italia “Nel nome del paziente: il vissuto, l’ascolto, le risposte terapeutiche”

Precisi ma non troppo nell’assunzione della terapia. Un po’ a disagio con l’erogatore, soprattutto se si tratta di utilizzarlo in pubblico. Consapevoli della gravità della malattia, tanto da confessare tutta una serie di limitazioni nella vita quotidiana – personale, lavorativa e sociale. Rassegnati o quasi a “perdere” qualcosa in termini di qualità di vita anche se la maggioranza, a domanda specifica, risponde di sentirsi in buona salute, in alcuni casi anche in modo eccellente.

E’ questo il profilo della percezione della BPCO da parte dei pazienti – il 3% della popolazione italiana – così come emerge da una delle due indagini condotte da Doxa Pharma per verificare, oltre alla conoscenza della malattia nella popolazione generale, il vissuto dei malati attraverso il questionario SF36, lo strumento di misura della qualità di vita correlata alla salute, utilizzato nella letteratura internazionale e versione short del questionario originario del Medical Outcome Study (MOS).

Le due indagini vengono presentate a Milano, nell’ambito del progetto di GSK Italia “Nel nome del paziente: il vissuto, l’ascolto, le risposte terapeutiche”, iniziato lo scorso anno con l’asma, l’altra grande patologia respiratoria, e che ha per obiettivo di capire le esigenze direttamente dal malato, per confezionare risposte adeguate e su misura come un abito sartoriale.

La BPCO? Un’illustre sconosciuta
Solo 1 persona su 2 dei 1000 intervistati (54% donne, 46% uomini) afferma di aver sentito parlare di questa malattia che, lo ricordiamo, diventerà a breve la terza causa di morte sul pianeta, dopo le patologie cardiovascolari e i tumori. Si tratta quindi di una percezione del tutto errata, sia in termini di incidenza che di gravità: tra le malattie menzionate dagli intervistatori – ipertensione, artrosi, diabete, emicrania, asma e, appunto, BPCO – la broncopneumopatia viene all’ultimo posto. Non solo: poco più di 1 su 2 sa che è una malattia diffusa, anche se la stragrande maggioranza (91 nel questionario a risposta multipla) crede che si possa curare con una terapia adeguata, così come sa che la gravità sia spesso sottostimata e cronica…”

Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Quando manca il respiro, viaggio nel pianeta Bpco”, PHARMASTAR