Carcinoma a cellule squamose della testa e del collo recidivante o metastatico – Conferma a lungo termine del beneficio di sopravvivenza per nivolumab
“Dopo almeno 2 anni di follow-up, l’inibitore del checkpoint immunitario PD-1 continua a conferire un vantaggio significativo in termini di sopravvivenza globale (OS) rispetto alla scelta terapeutica dello sperimentatore in pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo recidivante o metastatico. A evidenziarlo sono i dati a lungo termine dello studio di fase III CheckMate 141, presentato al congresso annuale dell’American Association for Cancer Research (AACR), appena terminato a Chicago
L’anti-PD-1 ha anche mantenuto un profilo di sicurezza favorevole e i dati di safety dei due bracci di trattamento ottenuti prolungando il follow-up sono rimasti coerenti con quelli già evidenziati nelle analisi precedenti.
“La prognosi a lungo termine dei pazienti con carcinoma a cellule squamose della testa e del collo metastatico è storicamente sfavorevole e l’OS mediana è inferiore a 6 mesi” ha spiegato Robert L. Ferris, co-direttore del Tumor Microenvironment Center all’Università di Pittsburgh.
Immunoterapia migliore dello standard di cura
” CheckMate 141 è stato il primo studio a dimostrare che l’immunoterapia è clinicamente efficace e migliore rispetto allo standard di cura, ora stiamo dimostrando, con dati a lungo termine, che il beneficio persiste nel tempo: la OS a 2 anni ottenuta con nivolumab, infatti, è di circa tre volte superiore rispetto a quella associata alla terapia di scelta dello sperimentatore” ha aggiunto Ferris.
Lo studio CheckMate 141 è un trial multicentrico internazionale al quale hanno preso parte 361 pazienti con carcinoma a cellule squamose della cavità orale, della faringe o della laringe recidivante o metastatico, progredito durante o dopo la terapia a base di platino, di cui 240 assegnati a nivolumab 3 mg/kg ogni 2 settimane e gli altri 121 alla terapia di scelta dello sperimentatore, che comprendeva metotrexate (44,6%), docetaxel (43%) o l’inibitore dell’EGFR cetuximab (12,4%). Cetuximab è stato somministrato la prima volta alla dose di 400 mg/m2 e poi alla dose di 250 400 mg/m2 alla settimana, metotrexate alla dose di 40 mg/m2 alla settimana e docetaxel a un dosaggio pari a 30 mg/m2 alla settimana.
Dieci pazienti assegnati alla scelta dello sperimentatore sono poi stati trattati successivamente con l’immunoterapia.
L’endpoint principale era l’OS, mentre fra gli endpoint secondari rientravano la PFS e la sicurezza…”
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Fonte: “Ca testa-collo ricorrente/metastatico, per nivolumab conferma a lungo termine del beneficio di sopravvivenza. #AACR 2018”, PHARMASTAR