Glioblastoma – Ai pazienti anziani la combinazione temozolomide e bevacizumab può dare beneficio
“La combinazione di temozolomide e l’anti-VEGF bevacizumab può dare un beneficio a pazienti anziani affetti da glioblastoma e aventi un punteggio basso del performance status secondo Karnofsky (KPS). A suggerirlo è uno studio non randomizzato di fase II pubblicato di recente sulla rivista The Oncologist. Nel trial, la combinazione ha mostrato anche un profilo di sicurezza e tollerabilità accettabile
Circa il 45% dei pazienti con glioblastoma ha più di 65 anni e non esiste un trattamento standard per quelli di età superiore a 70 anni con un KPS inferiore a 70, spiegano gli autori nell’introduzione.
Studi preclinici suggeriscono che combinando temozolomide con bevacizumab si potrebbero migliorare i risultati clinici e la qualità della vita in questa popolazione di pazienti.
Per valutare la consistenza di questo dato, i ricercatori, guidati da German Reyes‐Botero, del Groupe Hospitalier Pitie-Salpetriere di Parigi, hanno arruolato 66 pazienti con glioblastoma nei quali hanno misurato sicurezza ed efficacia della combinazione temozolomide-bevacizumab come terapia di prima linea.
I partecipanti sono stati trattati con temozolomide (130-150 mg/m2 al giorno) per 5 giorni ogni 4 settimane e bevacizumab (10 mg/kg) ogni 2 settimane.
L’età mediana del campione era di 76 anni e il punteggio mediano del KPS era pari a 60.
Circa un terzo dei pazienti ha ottenuto una risposta obiettiva, dato che gli autori hanno definito “icoraggiante”. La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è stata di 15,3 settimane e la sopravvivenza globale (OS) mediana di 23,9 settimane, quasi il doppio rispetto a un dato non pubblicato degli autori che mostra in questa popolazione di pazienti un’aspettativa di vita di 12 settimane con la sola terapia di supporto…”
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Fonte: “Glioblastoma, temozolomide e bevacizumab possono dare un beneficio ai pazienti anziani”, PHARMASTAR