Artrite reumatoide – Dosi basse di rituximab abbattono rischio infezioni
“Se si usano dosi più basse di rituximab per trattare pazienti con AR in terapia di mantenimento a lungo termine, non solo si riduce il rischio di infezioni serie ma si risparmia! Queste le conclusioni di uno studio recentemente pubblicato su Rheumatology, basato sui dati relativi a 1.200 pazienti contenuti in un registro pazienti francese
Lo studio, nello specifico, ha passato in rassegna i dati relativi a 1.278 pazienti: 1.093 di questi (pari all’85,5% del totale) erano stati sottoposti a trattamento con rituximab a dosi standard, mentre 185 (pari al 14,5%), erano stati trattati con dose ridotta per la terapia di mantenimento.
La dose standard del farmaco era pari a 1.000 mg per infusione, somministrata in due infusioni a distanza quindicinale, mentre la dose ridotta era pari a 500 mg per infusione, somministrata con lo stesso regime di somministrazione.
Dopo 5 anni, la terapia di mantenimento era perseguita dal 55,5% dei pazienti appartenenti al gruppo sottoposto a dosaggio standard del farmaco e dal 53,8% di quelli appartenenti al gruppo sottoposto a dosaggio ridotto, in assenza di differenze statisticamente significative tra i 2 gruppi (HR=1,03).
Inoltre, la dose cumulativa per il ri-trattamento è risultata del 39% più bassa nel gruppo sottoposto a dosaggio ridotto (1,4 g per anno vs. 2,3 g per anno), un risultato decisamente cost-effective, stando agli autori dello studio.
Inoltre, il tasso di infezioni serie è risultato significativamente più basso nel gruppo sottoposto a trattamento con dosaggio ridotto, rispetto all’altro gruppo (2,2 per 100 pazienti-anno vs. 4.1 per 100 pazienti-anno; aHR = 0,50)…”
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Fonte: “Artrite reumatoide, rituximab a dose ridotta abbatte rischio infezioni”, PHARMASTAR