Malattie rare, Retinite pigmentosa – Un chip per restituire la vista
“È il primo intervento in Italia e uno dei pochi finora eseguiti al mondo. Ora il dispositivo verrà acceso e stimolerà la retina che gradualmente dovrebbe “imparare” nuovamente a vedere. La paziente, una donna di 50 anni, è affetta sin dalla giovane età da retinite pigmentosa, una malattia genetica dell’occhio che provoca la graduale riduzione della vista: i primi sintomi sono iniziati durante l’adolescenza e in seguito la visione si è gradualmente ridotta fino a esaurirsi totalmente
Un microchip di 3 millimetri impiantato al di sotto della retina e in grado di convertire la luce in uno stimolo elettrico e, in tal modo, in grado di restituire parzialmente la vista.
È questo il dispositivo avveniristico impiantato presso l’Unità di Oculistica dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano in una donna cinquantenne cieca a causa della retinite pigmentosa. La paziente sta bene ed è stata dimessa dall’ospedale. Ora attende l’accensione del microchip che stimolerà gradualmente la retina, consentendole di reimparare a vedere.
Il microchip, denominato Alpha AMS, è prodotto dalla compagnia tedesca Retina Implant. È destinato a persone che abbiano perso la vista durante l’età adulta a causa di gravi malattie genetiche della retina, come la retinite pigmentosa.
Il suo principio di funzionamento si basa sulla sostituzione dei fotorecettori della retina, cioè le cellule specializzate (i coni e bastoncelli) deputate a tradurre la luce in segnali bioelettrici che arrivano al cervello attraverso il nervo ottico. I fotorecettori ormai non più funzionanti vengono sostituiti da un fotodiodo, un microscopico apparato elettronico in grado di trasformare la luce in uno stimolo elettrico.
In tal modo è in grado di ripristinare la percezione della luce e delle sagome di alcuni oggetti e/o persone circostanti. Non proprio la visione originaria, ma un enorme conquista per le persone cieche.
Il microchip misura circa tre millimetri e contiene 1600 sensori; viene inserito al di sotto della retina, in corrispondenza della macula, in modo da stimolare il circuito nervoso che naturalmente collega l’occhio al cervello: in questo modo si sostituisce all’attività delle cellule non più in grado di fare il loro lavoro…”
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Fonte: “Un chip per restituire la vista. Al San Raffaele di Milano impiantato un “occhio bionico” in una donna con retinite pigmentosa”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=58698