Malattie infiammatorie croniche intestinali (IBD) – Importante monitoraggio di ‘Vedolizumab’
“Il monitoraggio del trattamento dei pazienti con malattie infiammatorie croniche intestinali è alla base di una corretta gestione del paziente. In particolare, uno studio pubblicato su Alimentary Pharmacology and Therapeutics ha evidenziato che se i pazienti vengono seguiti fin dall’inizio del trattamento con vedolizumab è possibile individuare tempestivamente quali di essi hanno bisogno di un regime di dosaggio intensificato
E’ stato già precisato in altri studi che nei pazienti trattati con vedolizumab c’è una evidente correlazione tra esposizione al farmaco ed efficacia durante la terapia di induzione; è stata ad esempio riportata l’associazione tra bassi livelli di vedolizumab durante il periodo di induzione e la necessità di dosi aggiuntive del farmaco nei primi 6 mesi di trattamento.
A differenza degli altri anti-TNF la correlazione tra i livelli basali di vedolizumab (VDZ) durante la terapia di induzione e la guarigione della mucosa rimane sconosciuta.
Per tale motivo ricercatori francesi hanno deciso di confrontare i livelli iniziali minimi di VDZ nei pazienti con e senza guarigione della mucosa nel primo anno di trattamento.
A tal fine sono stati raccolti prospettivamente i livelli basali di vedolizumab in tutti i pazienti con malattia infiammatoria intestinale alle settimane 2, 6 e 14 settimane di trattamento con VDZ in tre centri di riferimento francesi tra il 1 ° giugno 2014 e il 31 marzo 2017.
Il vedolizumab (300 mg) è stato somministrato per via endovenosa alle settimane 0, 2 e 6 (fase di induzione), e poi una volta ogni 8 settimane (fase di manutenzione).
L’ottimizzazione del trattamento era possibile dalla settimana 6 ed è stato effettuato aumentando la frequenza di dosaggio a una volta ogni 4 settimane.
Sono stati analizzati tutti i risultati derivanti da risonanza magnetica e/o endoscopia nel primo anno dopo l’inizio del trattamento.
E’ risultato che, i livelli minimi di vedolizumab nella popolazione generale (n=82) erano pari a 27 microg/mL (intervallo interquartile, IQR 21.2-33.8 microg/mL) alla settimana 2, 23 microg/mL (IQR 15- 34,5 microg/mL) alla settimana 6 e 10,7 microg/mL (IQR 4,6-20,4 microg/mL) alla settimana 14.
Solo i livelli minimi di vedolizumab alla settimana 6 differivano tra i pazienti con e senza guarigione della mucosa entro il primo anno dopo l’inizio del trattamento (26,8 vs 15,1 microg/mL, p=0,035)…”
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Fonte: “Vedolizumab, correlazione tra livelli minimi iniziali del farmaco e guarigione della mucosa nelle IBD”, PHARMASTAR