Carcinoma esofageo – Pembrolizumab risulta promettente
“L’inibitore del checkpoint immunitario PD-1 pembrolizumab ha mostrato una buona attività antitumorale in pazienti con carcinoma esofageo PD-L1-positivo, pesantemente pretrattati, nello studio di fase Ib KEYNOTE-028, da poco pubblicato sul Journal of Clinical Oncology
In questa coorte di pazienti (solo una delle 20 valutate nel trial) la percentuale di risposta complessiva (ORR) è risultata del 30% (IC al 95% 13%-53%). Tutte e sette le risposte sono state risposte parziali e due pazienti hanno mostrato una stabilizzazione della malattia.
“C’è un grosso bisogno insoddisfatto di trattamenti efficaci e ben tollerati per i pazienti con carcinoma avanzato dell’esofago” scrivono i ricercatori, coordinati da Toshihiko Doi, del National Cancer Center Hospital East, in Giappone. “Pembrolizumab ha dimostrato una attività antitumorale preliminare promettente e un profilo di sicurezza gestibile in questa popolazione di pazienti pesantemente pretrattati con carcinoma a cellule squamose o adenocarcinoma dell’esofago PD-L1-positivo, in stadio avanzato” aggiunge il team.
Lo studio KEYNOTE-028 è un trial multicentrico internazionale in cui si è valutato pembrolizumab in pazienti con 20 diversi tipi di tumori solidi avanzati PD-L1-positivi, tutti caratterizzati da un grosso bisogno insoddisfatto. La coorte dei pazienti con carcinoma esofageo è stata arruolata in nove centri dislocati in Francia, Giappone, Corea del Sud, Taiwan, Regno Unito e Stati Uniti.
I pazienti di questa coorte avevano un carcinoma a cellule squamose o un adenocarcinoma dell’esofago o della giunzione gastroesofagea PD-L1-positivo, confermato dalla citologia o dall’istologia, localmente avanzato o metastatico, per il quale la prima terapia standard si era rivelata del tutto inefficace o la terapia standard non esisteva o non era ritenuta appropriata.
I ricercatori hanno valutato lo stato di PD-L1 in 83 pazienti e alla fine ne arruolati 23 nel periodo compreso fra marzo 2014 e giugno 2014. I partecipanti sono stati trattati con pembrolizumab 10 mg/kg ogni 2 settimane per un massimo di 2 anni o fino alla progressione confermata della malattia, alla comparsa di una tossicità intollerabile o se il paziente o lo sperimentatore decidevano di continuare. Inoltre, sono stati sottoposti a tomografia computerizzata o risonanza magnetica ogni 6 mesi per i primi 6 mesi e successivamente ogni 12 settimane…”
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Fonte: “Pembrolizumab promettente nel carcinoma esofageo”, PHARMASTAR
Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/pembrolizumab-promettente-nel-carcinoma-esofageo-25302