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Vulvodinia

“La vulvodinia delinea una percezione dolorosa cronica d’interesse vulvare, caratterizzata da bruciore, irritazione, gonfiore ed arrossamento, condizione che ben si differenzia dal prurito.

La vulvodinia, solo raramente, è accompagnata da traumi fisici osservabili: a tal proposito, il disturbo è stato classificato come “esclusivamente psicosomatico” o, addirittura, “psicogeno”.

Proprio per la presunta origine psicogena, la vulvodinia è stata a lungo tempo esclusa dalle ricerche mediche ed etichettata come un fenomeno banale.

I problemi legati alla vulvodinia sono stati rivalutati e riconsiderati dai ricercatori solamente in questi ultimi anni: nonostante la vera e propria esplosione di interessamento attuale, la vulvodinia rimane tuttora un intricato problema medico, un disturbo macchiavellico che tormenta medici, sessuologi e ginecologi, incapaci di trovare una spiegazione univoca.

Vulvodinia, vestibolite vulvare e vestibulodinia sono apparentemente sinonimi che riconducono ad un’infiammazione cronica della zona vulvare: il termine “apparentemente” è del tutto appropriato, poiché i tre sinonimi – che si riferiscono al medesimo disturbo – differiscono per sottili sfaccettature. Infatti:

  • “Vestibolite vulvare” indica una condizione infiammatoria: è un termine adeguato, espresso dal suffisso -ITE (infiammazione). È necessario sottolineare che la vestibolite si riferisce ad un’infiammazione scorporata da una causa particolare che la predispone, spesse volte slegata dal rossore a livello della mucosa. In altre parole, il termine vestibolite indica la mera infiammazione dell’area vulvare, senza particolari fattori causali e senza dolore.
  • Vulvodinia e vestibulodinia, caratterizzate entrambe dal suffisso greco –DINIA (dolore), associano più precisamente l’infiammazione al dolore…”

Fonte: my Personal Trainer

Tratto da: http://www.my-personaltrainer.it/benessere/vulvodinia.html