Il meccanismo neurale alla base del riconoscimento dei volti
“Nella regione cerebrale della corteccia temporale inferiore esistono gruppi di cellule dedicate al riconoscimento dei volti, ognuna delle quali è sensibile a una specifica caratteristica facciale. Lo ha scoperto un nuovo studio sui macachi: monitorando l’attività elettrica di 205 neuroni, i ricercatori erano in grado di stabilire che tipo di volto stesse osservando l’animale
Distinguere le persone note – che si tratti dei nostri familiari o di una persona famosa – da quelle sconosciute. È quanto riesce a fare la nostra mente, in modo pressoché istantaneo, osservando un volto dal vivo o in fotografia. In uno studio pubblicato su “Cell” un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology guidati da Doris Tsao riferisce di aver scoperto come funziona il “codice” che è alla base del riconoscimento dei volti.
Tsao e colleghi sono impegnati da anni nelle ricerche sul riconoscimento facciale. Grazie alla tecnica di risonanza magnetica funzionale hanno individuato sei gruppi di neuroni nella corteccia temporale inferiore, battezzati face patch, espressamente dedicati a questo compito.
Ulteriori studi hanno mostrato che queste aree sono popolate da specifiche cellule nervose che si attivano in modo molto più intenso alla vista di un volto che alla vista di altri oggetti.
Finora, alcuni esperti credevano che ognuna di queste cellule rappresentasse uno specifico volto, ma questa idea porta a un paradosso: ognuno di noi potrebbe riconoscere miliardi di persone, ma non abbiamo miliardi di cellule per i volti nella corteccia temporale inferiore.
In uno studio sui macachi, Tsao e colleghi hanno scoperto che invece di rappresentare l’identità di una singola persona, ogni cellula rappresenta un “asse” in uno spazio multidimensionale, lo spazio dei volti. Nello stesso modo in cui il rosso, il blu e il verde si combinano in modi differenti per creare un colore dello spettro, queste molteplici dimensioni possono combinarsi in modi differenti per creare ogni possibile volto. Alcune sono legate alle dimensioni, altre a elementi non dimensionali, per esempio il colore del viso…”
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Fonte: “Il meccanismo neurale per riconoscere i volti”, Le Scienze