Gimbe – Piano per evitare crac. Nel 2025 il Ssn avrà bisogno di 210 miliardi
“Presentato ieri a Roma il secondo Rapporto sulla sostenibilità del Servizio sanitario nazionale curato dalla Fondazione: “Serve un programma politico di medio-lungo termine per salvaguardare la sanità pubblica
Nel 2025 al Servizio sanitario nazionale serviranno 210 miliardi di euro. Un fabbisogno difficile da soddisfare, che mette gravemente a rischio la tenuta del sistema. Per correre ai ripari, ci vuole un “piano di salvataggio” che tenga conto di alcune priorità: rilancio del finanziamento pubblico (“necessario, ma poco probabile”), ridefinizione del perimetro dei Lea, lotta a sprechi e inefficienze, riforma della sanità integrativa. E’ questo l’appello lanciato oggi a Roma dalla Fondazione Gimbe, che ha presentato la seconda edizione del Rapporto sulla sostenibilità del Ssn. “In assenza di un programma di tale portata – spiega il presidente della fondazione, Nino Cartabellotta – la lenta trasformazione verso un sistema sanitario misto sarà inesorabile, consegnando definitivamente alla storia il nostro tanto invidiato sistema di welfare”. Un rischio concreto vista “la limitata capacità della politica di guardare a medio-lungo termine”.
Il Rapporto analizza in maniera dettagliata alcune criticità che condizionano la sostenibilità del Ssn: il finanziamento pubblico, i nuovi Livelli essenziali di assistenza, le dinamiche della spesa privata, l’impatto di sprechi e inefficienze.
I conti della sanità pubblica
La spesa sanitaria in Italia continua inesorabilmente a perdere terreno, sia considerando la percentuale del Pil sia soprattutto la spesa pro-capite, inferiore alla media Ocse ( 3.245 vs 3.976 dollari), che posiziona l’Italia prima tra i paesi poveri dell’Europa. “L’entità del definanziamento pubblico – precisa Cartabellotta – emerge in maniera ancora più evidente confrontando la crescita percentuale della spesa pubblica nel 2009-2015, dove l’Italia si attesta ultima, con un misero +2,9% (rispetto al 20% della media Ocse), precedendo solo Spagna, Portogallo e Grecia, paesi in cui si è verificata addirittura una riduzione percentuale”. Il Documento di Economia e Finanza (Def) 2017 conferma che, se nel 2010-2015 la sanità si è fatta pesantemente carico della crisi economica del Paese, una eventuale ripresa del Pil nei prossimi anni non avrà un corrispondente positivo impatto sul finanziamento pubblico del Ssn, perché il ef 2017 ne ha ridotto in maniera rilevante la percentuale da destinare alla sanità.
Nuovi Lea
Il Rapporto esamina le criticità relative all’applicazione dei nuovi Lea, un “paniere” di prestazioni estremamente ricco. “Il vero problema – sottolinea Cartabellotta – è che il Dpcm sui nuovi Lea non rende esplicita né la metodologia per inserire le prestazioni nei Lea, né quella per ‘sfoltirli’. In assenza di metodo si concretizzano situazioni paradossali, dove con il denaro pubblico vengono al tempo stesso rimborsate prestazioni futili o addirittura dal rapporto rischio-beneficio sfavorevole, mentre prestazioni indispensabili non vengono garantite”….”
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Fonte: “Nel 2025 il Ssn avrà bisogno di 210 miliardi. Da Gimbe un piano per evitare il crac”, ABOUTPHARMA